Un nuovo studio condotto in Francia dimostra che il divario tra ragazze e ragazzi in matematica emerge sin dai primi mesi di scuola elementare. Migliorare la formazione iniziale degli insegnanti è una delle leve più potenti, ma non basta
“Rapid Emergence of Maths gender gap in first grade” è uno studio pubblicato l’11 giugno 2025 su Nature e co-guidato da Pauline Martinot (Université Paris Cité) che dimostra che il divario tra ragazze e ragazzi in matematica emerge sin dai primi mesi di scuola elementare. Questa ricerca interdisciplinare è stata condotta su un campione di quasi tre milioni di alunni in Francia e costituisce un primato mondiale per la sua portata e per la ricchezza dei dati mobilitati.
Lo studio è il risultato di un’importante collaborazione scientifica che riunisce ricercatori in scienze cognitive, matematica e intelligenza artificiale, pedagogia, economia e psicologia sociale e dello sviluppo, provenienti da istituzioni francesi e internazionali, Università Harvard inclusa.
I dati raccolti provengono dalle valutazioni nazionali condotte su tutti gli studenti francesi all’inizio e alla metà dell’anno di preparazione all’ingresso nella scuola primaria e poi all’inizio del primo anno, tra il 2018 e il 2021. Questi dati, raccolti su larga scala, permettono da un lato di comprendere meglio i meccanismi di apprendimento e dall’altro di provare a meglio comprendere come intervenire. Già decenni fa la ricerca in Didattica della matematica ha evidenziato che le ragazze non sono “meno brave” e che qualsiasi forma di innatismo nell’apprendimento della disciplina non è altro che una credenza.
Disuguaglianze
Lo studio di Pauline Martinot, neuroscienziata, co-diretto con Stanislas Dehaene, professore al Collège, è potente perché identifica con precisione il luogo, il momento e il contesto in cui nascono le disuguaglianze. L’analisi rivela che l’esposizione a un insegnamento formale della matematica a scuola può essere un fattore scatenante. Sebbene il divario tra le ragazze e i ragazzi in matematica sia indipendente dall’età o dalle dimensioni della classe, alcuni ambienti sembrano accentuare queste disuguaglianze.
Risulta più marcato nelle scuole private e negli ambienti socio-economici favoriti. Un altro elemento significativo da registrare è emerso durante la pandemia da Covid-19: le scuole sono state meno frequentate e il divario in matematica paradossalmente si è ridotto. Questa osservazione rafforza l’ipotesi secondo cui il tempo di esposizione a scuola contribuisce ad aumentare le disparità.
Lo studio sottolinea che le disuguaglianze tra ragazze e ragazzi non si manifestano allo stesso modo in tutte le discipline scolastiche. Contrariamente alla matematica, le competenze linguistiche non presentano le stesse disparità. Sono le ragazze che sono più competenti rispetto ai coetanei nella maggior parte dei test sull’apprendimento linguistico.
Il divario matematico esordisce nella scuola primaria e rimane irreversibile nel tempo: emerge già dopo quattro mesi di scolarizzazione e tende a quadruplicarsi nel passaggio al segmento scolastico successivo. L’importanza di tale cambiamento nel tempo è stata confermata attraverso un modello statistico di crescita e il rapido divario di genere è stato replicato in ogni coorte per quattro anni consecutivi. Quindi, non è dovuto ai cambiamenti sociali, economici o curriculari idiosincratici in un anno particolare.
Il divario è stato poi riscontrato in ogni regione della Francia e in comunità di diversa estrazione sociale. I test sono stati adattati al progresso dei bambini durante l’anno. Un rapido emergere del gap è emerso anche relativamente a settori specifici di apprendimento come la risoluzione dei problemi e la linea dei numeri. Il gap è più marcato e trasversale rispetto alla composizione familiare ma si accentua in presenza di genitori entrambi ingegneri o docenti di discipline scientifiche.
Quindi, gli stereotipi di genere in ambito scientifico possono radicalizzarsi maggiormente tra gli addetti ai lavori. Tutte queste variabili raramente sono state studiate contemporaneamente nei lavori precedenti.
Reagire alla competitività
Il divario entra in gioco solo all’inizio dell’istruzione formale e riflette, forse, secondo i ricercatori, una differente maniera di reagire a un sistema scolastico che espone alla competitività, inducendo l’ansia da test e da giudizio che esacerba le inevitabili altre difficoltà dovute all’ingresso a scuola. Le ragazze possono evidenziare maggiore ansia matematica. Questa ricerca mette in discussione alcuni studi deboli secondo cui i ragazzi tenderebbero a fare affidamento su strategie di recupero della memoria più veloci.
Infatti, il gap è emerso anche in test sulla linea numerica che non implicano il recupero di fatti aritmetici. Affiora rapidamente in ingresso nella scuola: un’improvvisa classificazione delle attività legate alla matematica come “ora di matematica” può contribuire ad alimentare stereotipi che vengono facilmente interiorizzati influenzando la percezione di sé.
Gli atteggiamenti degli insegnanti delle scuole primarie del campione possono aver contribuito a questa diffusione, interagendo in modo diverso con i ragazzi e le ragazze, trasmettendo l’ansia matematica prevalentemente alle ragazze, incoraggiandole maggiormente verso la lettura; interpretando il successo scolastico in matematica dei ragazzi, rinforzando la credenza che possano essere più portati e sminuendo le prestazioni positive delle ragazze riconducendole a una loro maggiore “diligenza”.
L’inizio della scolarizzazione può anche indurre un cambiamento negli atteggiamenti dei genitori e familiari, sostenendo anche in questo caso convinzioni per cui i ragazzi e le ragazze abbiano interessi diversi e che questi determinino abilità in ambiti differenti, contribuendo a rafforzare le disparità di genere.
Come intervenire?
Gli interventi dovrebbero essere tempestivi, soprattutto sull’elemento culturale umano femminile che ha contribuito all’evoluzione delle conoscenze matematiche: la pubblicazione “The Mirzakhani Issue” a cura del Cnr dedicata alla matematica iraniana Maryam Mirzakhani, rappresenta un modello assorbibile dall’editoria scolastica.
Dal punto di vista politico, affrontare il divario tra i sessi in matematica nel primo ciclo può essere conveniente, sia perché l’insegnamento della materia è altamente cumulativo, sia perché un intervento tempestivo può prevenire l’abbandono femminile che a sua volta favorisce resistenze nell’accogliere possibili informazioni contro-stereotipate.
Migliorare la formazione iniziale degli insegnanti sull’educazione matematica inclusiva in maniera strutturata dovrebbe senza dubbio essere una delle leve più potenti. Incoraggiare gli insegnanti a valutare la parità di genere attraverso la progettazione educativa per competenze con pratiche cooperative, promuovere la partecipazione di entrambi i sessi alla costruzione dei significati matematici. Progettare forme di verifica e valutazione che sostengano l’autoaffermazione, la collaborazione e che proteggano le studentesse e gli studenti dalle minacce delle stereotipie.
Si tratta di recuperare lo spirito del libro “L’illusion mathématique. Le malentendu des maths scolaires” di Sylviane Gasquet, scritto negli anni Novanta, dopo aver partecipato a un gruppo di lavoro francese che provò a modificare i programmi scolastici di matematica. La professoressa Gausquet denuncia un grande malinteso: si crede di fare matematica alla scuola primaria, al college o al liceo, ma in questi luoghi regna una cattiva contraffazione, la matematica scolastica. Spinte reazionarie, classismi di ogni sorta, blocchi istituzionali determinano questo “impostore” che intorno alla riuscita scolastica alimenta l’ansia di studenti, genitori e insegnanti.
La redazione delle Indicazioni Nazionali, la programmazione, il programma dell’insegnante appiattito sul libro di testo stereotipato, ci conducono a riscoprire la teoria antropologica della didattica di Yves Chevallard, riflettendo in modo profondo sulla trasposizione didattica: trasformazioni consapevoli operate dall’insegnante per trasformare il savoir savant in temi e contenuti idonei e democratici per i nostri allievi, accompagnando la scoperta e la costruzione dei saperi. Proporre temi non tradizionali, vivere esperienze matematiche che possano animare discussioni, superare la dimensione della mera utilità algoritmica, valorizzare il lavoro in cui si possano operare scelte matematiche condivise scoprendo insieme il gusto che deriva dal formare il proprio atteggiamento matematico. La matematica nel suo pluralismo coerente, vive attraverso la diversità.
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