Cara Giulia,
io e mia moglie siamo una coppia di trentacinquenni felicemente sposati e abbiamo una vita soddisfacente, con tutti gli agi. Siamo entrambi realizzati nel lavoro, abbiamo comprato la nostra prima casa un paio di anni fa e in generale non ci manca niente. Tuttavia anche se intorno a noi i nostri amici in coppia stanno quasi tutti procreando e mettendo su famiglia, noi non siamo sicuri di volere dei bambini. A volte quando vediamo i nostri amici con i loro neonati ci sembra la cosa più bella e naturale del mondo, ma poi non riusciamo mai a prendere una decisione e a fare questo passo avanti. Nel frattempo, nell’indecisione, il tempo passa e se non agiamo adesso presto sarà troppo tardi per farli, sarà la natura a decidere al posto nostro. Non credo che ci pentiremmo di non avere avuto figli se lasciamo correre, ma non ne siamo sicuri al cento per cento.
Aiuto!
A.

Caro A.,
capisco bene l’ambivalenza che state provando tu e tua moglie. Io, seppur nessuno dei miei amici stia ancora mettendo al mondo dei nuovi esseri umani perché siamo tutti poveri e angosciati dalla situazione del mercato immobiliare milanese, ci penso spesso. Ho sempre pensato che la maternità fosse qualcosa che poteva abitare il mio futuro e vivo con una persona che condivide i miei desideri, ma un tempo il futuro mi sembrava una dimensione lontanissima, mentre ora che quella dimensione – che chiameremo semplicemente età adulta – è alle porte i contorni di questi desideri sono sempre più disgregati, come tanti pixel osservati troppo da vicino.

A maggio compio 30 anni e, come dice la mia amica ginecologa, le mie ovaie potrebbero essere già buone solo per fare il sugo. Ma più delle possibilità fisiche è il mio equipaggiamento emotivo a preoccuparmi. Il weekend scorso sono capitata in una cascina piena di animali e davanti a un asino mi sono messa a piangere senza motivo. Lui ha inclinato un po’ la testa, io ho provato tenerezza, ho pigolato per qualche minuto e sono stata derisa dai miei amici. Può prendersi cura di un altro essere umano questa persona? La risposta che mi do è “probabilmente no”.

Al sospetto di inadeguatezza aggiungo i macro-problemi che ci riguardano tutti: la crisi climatica, il sovrappopolamento, le prossime 400 varianti di morbi che ancora ci immaginiamo neanche, il conflitto mondiale che si sta apparecchiando. Posso pensare io di vedere mio figlio partire per una guerra, se non riesco neanche a guardare un asino negli occhi senza sentire l’impulso di portarmelo a casa? Di nuovo, probabilmente no.

Va però detto che se i figli si facessero solo con il raziocinio a quest’ora la razza umana sarebbe già estinta da un pezzo. Per essere genitori credo ci voglia sempre un briciolo di incoscienza e va benissimo averla, ma va benissimo anche non averla. La paura del rimpianto non mi sembra una grande motivazione, ma forse è una motivazione come un’altra. Cosa vuoi che ne sappia io, che mi commuovo nelle stalle?

Quello che mi sento di dirti è che se ci pensi bene scegliamo di non fare delle cose molto più spesso di quanto crediamo: scegliamo di non buttarci con il paracadute, di non prendere lezioni di flauto traverso, di non indossare un cappello quando usciamo di casa. La nostra vita è una lunghissima serie di scelte in negativo. Quella di fare o meno i figli ha solo un’aura più catartica e definitiva per via dell’orologio biologico, ma ricordati sempre che in fin dei conti è un’esperienza che potete benissimo decidere di bypassare. Oppure no.
Giulia


Cara Giulia,
ho avuto una relazione intensa ma breve che si è appena conclusa bruscamente quando lui ha cambiato inaspettatamente idea su di noi. È passato da dire che mi amava come non aveva mai amato nessuno a mollarmi senza preavviso. Anche se è durata solo pochi mesi fra noi, la rottura mi ha fatto davvero male. Lui sembrava l’uomo perfetto: profondo ma festaiolo, premuroso ma non possessivo, presente ma non appiccicoso. Ci tenevo davvero a lui. Così ho provato a risentirlo per capire meglio cosa fosse successo e perché avesse sentito il bisogno improvviso di allontanarsi da me. Magari ho fatto qualcosa di cui non mi rendo conto e vorrei la possibilità di parlarne con lui. Gli ho scritto, ma lui mi ha ignorato, e in tutta risposta mi ha bloccato sui social. Mi ha ferito e credo di meritare delle risposte. Come faccio?
C.

Cara C.,
a te sarà anche sembrato l’uomo ideale, ma a me sembra un bel pezzo di merda. Scusami il giudizio tranchant, ma da quello che mi dici non c’è molto margine per gli eufemismi. Credo che tu debba passare a compiangere questa relazione lo stesso tempo che questo signore ha impiegato a chiuderla. Cancella il suo numero, esci con le amiche e ringrazia che sia durata poco. Insomma, fattene una ragione alla velocità del vento.

Se la fine è arrivata del tutto inaspettata come dici, comunque, dubito che tu sia responsabile di qualcosa. Sarà tornata sua moglie dalle vacanze, o avrà conosciuto un’altra, o vai a capire. La buona notizia è che non è un tuo problema, ti è stato fatto il dono della beata ignoranza. Apprezzalo.

Per il futuro mi sento solo di riportare una massima di Samantha Jones, che in una puntata di Sex and the City diceva che se sembra troppo bello per essere vero, probabilmente è così. Non sarà Confucio, ma mi sembra uno spunto utile per la prossima volta.
Giulia

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