Cara Giulia,
devo ammettere che sono un po’ stremata da tutto quello che mi succede intorno. Lo so che non sono sola, e che c’è gente che se la passa sicuramente molto peggio di me, ma la mia ansia è alle stelle ultimamente. Due anni di pandemia sono stati molto duri per la mia salute mentale e ora che iniziavo a vedere la luce in fondo al tunnel è arrivata la situazione in Ucraina a tenermi sveglia la notte.

Anche se io e le persone che amo non siamo in pericolo immediato, non riesco a fare a meno di avere paura. Paura per il mio futuro e quello di tutti. Mi sento impotente e vulnerabile e sento di essere sempre meno stabile, al punto che non riesco neanche più a informarmi su quello che sta succedendo. Giornali e telegiornali sono diventati qualcosa da evitare, ma così mi sento in colpa e penso che dovrei accettare la situazione e gestirla meglio. Come si fa ad andare avanti quando tutto sembra andare all’indietro?
M.

Cara M.,
onestamente? Non lo so come si fa. Io ho paura di tutto da sempre. Ho paura di morire d’infarto ogni volta che faccio una rampa di scale, di strozzarmi quando mangio da sola, che qualcuno, un pazzo estemporaneo, mi spinga sui binari mentre arriva la metro. Ho paura anche di perdere il controllo e di buttarmici da sola, sotto quel treno, pur non avendo una sola fibra autodistruttiva in tutto il corpo.

Ho paura di prendere l’aereo, di guidare la macchina, di guidare la bicicletta, di andare in barca (solo i treni non mi fanno paura, a meno che qualcuno non mi ci spinga sotto). Ho paura di molte cose, tutte più o meno riassumibili nella macro-categoria “Morte & Sofferenza”, mie e di chi mi sta vicino. Per me vivere è un costante esercizio di prudenza, il che mi rende una persona non particolarmente simpatica né molto memorabile. Non sono l’amica con cui ti tuffi dallo scoglio più alto, sono quella che ti spalma la protezione 50 sulla schiena.

Tutto questo per dire che ti capisco, che l’idea di una guerra mondiale mi atterrisce e mi coglie impreparata. Non ci vuole chissà quale acuta sensibilità, tutte le persone che conosco a «guerra mondiale» risponderebbero «no grazie».

Non ho consigli saggi da darti (se ci fai caso non ne ho mai), ma posso dirti che informarmi su quello che succede a me aiuta a mettere in prospettiva le cose e, pur non avendo il minimo controllo su quello che succede, la consapevolezza placa un po’ l’angoscia. Se poi senti che non ci stai più dentro non escluderei di andare a parlare con un professionista. Non c’è niente di male a chiedere aiuto quando se ne ha bisogno.

Giulia


Cara Giulia,

ho 32 anni e diversi anni fa ho scoperto che mio padre aveva una relazione clandestina con una donna. Lessi per sbaglio alcuni messaggi ambigui sul suo telefono e dopo molte domande alla fine mi confessò la verità.

Mi disse che amava ancora mia madre, ma che la situazione era complicata e non sapeva come spiegarmelo se non dicendomi che le due donne lo rendevano felice in modo diverso. Per me fu un colpo durissimo, anche perché per me i miei genitori sono sempre stati una coppia perfetta, indistruttibile. Insieme dal liceo, sempre affiatati, erano l’immagine della felicità coniugale ai miei occhi.

Quel giorno mio padre mi supplicò di non dirlo a mamma e io reputai saggio non immischiarmi, quindi ho sempre mantenuto la promessa. Ora sono passati quattro anni, i miei genitori sono ancora sposati, sono abbastanza sicura che mio padre continui ad avere una doppia vita e mia madre ancora non se ne renda conto.

Speravo che fosse una cosa passeggera che a un certo punto ci saremmo lasciati alle spalle, invece sta diventando un problema permanente, e io intanto mi sento in colpa ogni volta che vedo mia madre. Dovrei dirlelo o lasciarla all’oscuro di tutto? Qual è la scelta meno egoista?
E.

Cara E.,
prima di tutto un po’ di solidarietà. Mi dispiace davvero che ti sia trovata in questa situazione, che ha tutta l’aria di essere poco meno sgradevole di un pap test senza fine. La vita sentimentale e sessuale dei propri genitori non è mai un argomento di conversazione che si desidera sondare, tanto meno quando ci sono delle corna di mezzo. Purtroppo tu ci sei finita dentro con tutte le scarpe e capisco che sia un pantano da cui è tanto difficile quanto desiderabile uscire.

Apprezzo che ti stia ponendo il problema di come fare una scelta non egoista, ma lascia che ti ricordi che in tutto questo non sei tu che stai impunemente portando avanti due relazioni parallele pretendendo l’omertà di tua figlia.

Con questo non voglio dire che tuo padre sia una brutta persona. Immagino che invecchiare sia difficile e che uno dopo tanti anni si senta di avere il diritto di racimolare un paio di emozioni nuove ovunque riesca a trovarle. Ed è sacrosanto, tra genitori e figli, conservare sempre una buona dose di segretezza (dai genitori non si può mica divorziare) e tuo padre avrebbe dovuto conservarla molto meglio di così. Le relazioni extraconiugali ce le hanno tutti, quello che è ingiusto è usare la propria figlia come palo.

Fossi in te credo che ne parlerei con lui. Certe volte gli uomini, soprattutto quelli di una certa generazione, prediligono la tecnica dello struzzo alla risoluzione di un problema: testa sotto la sabbia e speriamo che passi. In questi casi vanno messi seduti a un tavolo dove non possono scavare buche e costretti ad affrontare la discussione che hanno così accuratamente evitato per tutto questo tempo. Non gli piacerà e forse non ne caverete niente, ma almeno sarà un’occasione per ripassare i ruoli: io Tarzan, tu Jane; io figlia, tu genitore. Temo che il concetto gli vada rammentato.
Giulia

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