È morta nella notte Lina Wertmüller, regista, sceneggiatrice e scrittrice, monumento del cinema italiano. Aveva 93 anni. Wertmüller è stata la prima donna nella storia a essere candidata all'Oscar come migliore regista, nel 1977, per il film Pasqualino Settebellezze, che ebbe quattro nomination. 

Nata a Roma il 14 agosto 1928, è figlia di una donna romana e di un avvocato con lontane origini svizzere e aristocratiche. Il suo nome intero era Arcangela Felice Assunta Wertmüller von Elgg Spanol von Braueich. 

Dai 17 anni inizia a studiare teatro, avviando una lunga carriera nel mondo dello spettacolo, che la porterà anche a essere aiuto regista di Federico Fellini nelle pellicole La dolce vita e . Il suo esordio come regista avviene nel 1963, con I basilischi, il racconto della vita di alcuni amici poveri del sud Italia, che le vale la Vela d'argento al Locarno Festival. Nel 2019 le è stato assegnato il Premio Oscar onorario.

In un’intervista raccontò di aver tagliato un vestito a Monica Vitti che si rifiutava di recitare in tuta, e di aver imposto Mariangela Melato come protagonista in diversi suoi film, inaugurando il fortunato sodalizio con Giancarlo Giannini.

Tra gli anni Sessanta e Settanta fu un’importante protagonista del cinema politico italiano, con film come Mimì metallurgico ferito nell’onore, Film d’amore e d’anarchia, Questa volta parliamo di uomini, Io speriamo che me la cavo, con Paolo Villaggio, e Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto

Per la tv si è occupata anche della regia di Canzonissima e dello sceneggiato Il giornalino di Gian Burrasca. Il suo ultimo film è stato Peperoni ripieni e pesci in faccia (2004). 

Quando le chiesero delle difficoltà di fare la regista da donna in un mondo di uomini, la sua risposta fu che se ne era «infischiata». 

«Sono andata dritta per la mia strada – disse – scegliendo sempre di fare quello che mi piaceva. Ho avuto un carattere forte, fin da piccola. Sono stata addirittura cacciata da undici scuole. Sul set comandavo io. Gridavo e picchiavo». 

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