- Niente paura di Julian Barnes, pubblicato nel 2008 e ristampato ora, ha a che fare con l’io e la sua perdita. È senz’altro una raccolta di memorie, ma può essere definito anche un vivace cimitero abitato da molti scrittori e pochi parenti.
- Sembra concepito da una mente che già allora pensava al futuro immaginando, con una certa precisione, una società in cui la negazione della mortalità ha preso la piega della nevrosi.
- Barnes appartiene a una generazione che è ancora in grado di ragionare in termini comunitari, così parla apertamente di come il lutto riprogramma le relazioni sociali, allontana alcune persone e ne avvicina altre.
Qualche mese fa ho perso una catenina d’argento. Fatto salvo per alcuni elementi di bigiotteria, tendo a non portare gioielli. Quella catenina la usavo come bracciale, arrotolata al polso in più e più giri, da almeno vent’anni. Apparteneva a una donna della mia famiglia e dubito che abbia un reale valore economico. L’ho persa in una situazione in cui ero di fretta e c’erano di mezzo case, treni e chilometri. Mi sono quasi stupita nel constatare di non essermela presa quanto immaginavo. Ci ave



