Cara Giulia,
sono una mamma divorziata di 46 anni e ho una figlia di 13. Qualche mese fa ho conosciuto un uomo che mi ha fatto provare di nuovo delle emozioni, per la prima volta da quando mi sono separata da mio marito ormai parecchi anni fa. Abbiamo iniziato a frequentarci con calma, lui è stato sempre comprensivo e ha capito che con una figlia ancora abbastanza piccola non mi sarei potuta buttare in una relazione nuova senza freni. Lui non ha figli, ma gli sarebbe sempre piaciuto averli. Non mi ha messo alcun tipo di pressione, ma mi ha detto che quando fossi stata pronta sarebbe stato felice di conoscere mia figlia.

Il tempo è passato, e quando ormai mi sentivo innamorata di lui ho deciso di fare questo passo, l’ho introdotto a casa presentandolo come un amico. Mia figlia però è molto sveglia e ha cominciato presto a fare domande su di lui. Non le avevo mai presentato un uomo prima di allora. Abbiamo sempre avuto un rapporto molto stretto io e lei, quindi con la massima delicatezza ho provato a indagare i suoi sentimenti su un possibile fidanzato. Non l’ha presa bene. Già con lui era stata stranamente sgarbata, in un modo che non è da lei.

Mi ricordo che in una lettera di un po’ di tempo fa raccontavi la tua esperienza da figlia di divorziati. Hai qualche consiglio?
F.


Cara F.,
non so se posso aiutarla in quanto figlia di divorziati, ma da femmina che conserva un vago ricordo di cosa voglia dire avere 13 anni mi sentirei di consigliarle di non dare troppo peso alle reazioni istintive di una tredicenne.

E con questo non voglio dire che in assoluto l’opinione di sua figlia – che può essere la preadolescente più sveglia e saggia del mondo, ma rimane comunque un ammasso di ormoni in disordine e sentimenti malriposti come quasi tutte le persone della sua età – non debba avere un peso nella vostra economia domestica.

Piantarle uno sconosciuto in casa contro la sua volontà sarebbe una mossa sconsiderata tanto quanto rinunciare a una relazione felice per il suo bene. Fra l’altro non sarebbe per il suo bene, perché a 13 anni è più che normale non sapere cosa si vuole dalla vita, se non meno brufoli e un buon deodorante che regga per tutte le ore di una giornata di scuola. Sua figlia non lo sa ancora, ma quello che desidera davvero è che sua madre sia felice, compatibilmente con le innumerevoli rotture di palle che costellano l’esistenza di una donna.

Conosco il rapporto viscerale che si crea fra una madre e una figlia che sono state da sole per molto tempo, l’ho visto molte volte. È il paradigma ragazze Gilmore e ha sempre un che di poetico e morboso allo stesso tempo. Quello che le auguro è che questo rapporto così stretto vi permetta almeno di avere una conversazione sincera sull’argomento: non si faccia remore a chiederle come mai è così contrariata e a spiegarle che l’uomo di cui si è innamorata non costituisce una minaccia al vostro rapporto né a quello con suo padre. Cerchi di non metterle pressioni, ma la tenga al corrente dei fatti. È troppo giovane per dettare legge, ma è abbastanza grande per sapere come stanno le cose.

Per il resto le dia tempo e non si preoccupi troppo. “Sgarbata” è la modalità base di qualsiasi ragazza della sua età. Se è fortunata le risparmierà i prossimi stadi, “Daria di Mtv” e “Demogorgone”.
Giulia

Cara Giulia,
l’anno scorso ho vissuto una separazione difficile. Non è mai facile affrontare la fine di un amore, ma questa mi ha fatto particolarmente male perché era uno di quegli amori totalizzanti, che ti lasciano svuotata. Di recente ho iniziato a frequentare una persona nuova.

La relazione precedente era stata inebriante, soprattutto all’inizio. Avevo avuto un legame immediato, una specie di infatuazione, ma per tutta la durata della nostra storia a volte mi sentivo anche insicura e incerta. Ero molto concentrata a fare sentire il mio ex sempre felice, a suo agio, di buon umore, appagato, come se potesse stancarsi di me da un momento all’altro.

Con il mio attuale partner tutto questo si è ribaltato. Mi fa sentire sicura, protetta e piena di fiducia nella nostra relazione. È una persona meravigliosa e abbiamo molto in comune. Ma i miei sentimenti non sono così intensi, piano piano si evolvono e crescono come la nostra relazione. Mi sembra una cosa lenta e costante, ma questo mi fa dubitare che sia giusto. Pensi che l’amore possa essere anche questo? O dovrei pretendere più farfalle nello stomaco?
E.


Cara E.,
credo che molte altre persone ti darebbero una risposta diversa, ma per tua fortuna (o sfortuna, non so) hai scritto alla più grande sostenitrice degli amori placidi. Si tratta di un’antica battaglia tra concretezza e fantasia. Nel mondo della fantasia ci si ama follemente per tutta la vita, Ryan Gosling ci legge le pagine della nostra vita sul letto di morte e il fritto fa dimagrire. Nel mondo reale avere le farfalle nello stomaco sarebbe un cazzo di problema e verremmo ricoverate d’urgenza. Vedi allora come vieni dalla mia parte.

La risposta secondo me te la sei già data da sola: nella prima relazione vivevi in funzione di un altro e quella scossa che sentivi erano i brividi di una malattia, una probabile intossicazione. È il rischio che corri a mangiarti un secchio di ostriche (costose, saporite, afrodisiache, pericolose).

Ora invece sei tranquilla e sicura di te e solo perché non senti più quello striccone alla pancia temi che due spaghi al pomodoro (semplici, prevedibili, accessibili) non siano un’esperienza degna di nota. Ma sai già che non è così. Sai già che dovendo scegliere se mangiare ostriche o pastasciutta per il resto dei tuoi giorni non ci penseresti due volte.

Detto ciò si può avere accanto la persona migliore del mondo e comunque non innamorarsi mai. Sarebbe bello poter prendere delle decisioni solo con la testa, ci risparmieremmo molti passi falsi, ma tant’è. In questo caso la tua testa mi sembra già allineata, sai già benissimo che sì, l’amore può essere anche questa cosa lenta che scorre ed evolve. Se però non fa per te non sei obbligata a fartela andare bene. Ricordati solo che il fritto non farà mai dimagrire.
Giulia

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