Diavoli di sabbia di Elvira Seminara

Recensire l’ultimo romanzo di mia madre scrittrice

  • Ci troviamo in Sicilia, e piove sempre. Già questo presupposto instaura un bizzarro patto con il lettore, che è più o meno: questa storia è realistica ma irrealistica, poggia su un paradosso, su un cortocircuito dell’abitudine.
  • Fuori dalla coppia—da queste coppie sbandate e fragili, nevrotiche, introspettive, non lontane da quelle di Woody Allen— ci sarebbe la soluzione, ma lo sguardo del libro, che è puramente dialogico, è puntato proprio sull’estetica della non-soluzione: il dialogo è uno scontro che, in quanto tale, ammette un solo vincitore o la resa di entrambi.
  • Mi ricorda, questo libro che muta tra le mani di chi legge, quei giochi enigmatici e dipinti a mano che mia madre aveva da piccola, dove giravi una ruota e cambiava l’immagine.

Lo dico subito: sto recensendo il libro di mia madre, e sono abbastanza sicura che esista un girone infernale dedicato appositamente a chi fa una cosa del genere, un tantino più sopra di quello dedicato a chi scrive recensioni anonime su Amazon per screditare scrittori concorrenti. Quando mi è stato chiesto di scrivere di lei – e soprattutto quando ho accettato con colpevole entusiasmo – mi sono un po’ sentita Rory Gilmore, la protagonista dello scoppiettante Una mamma per amica (i titoli ada

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