“Annientare”, l’ultimo libro

Anche Houellebecq si arrende all’indecifrabilità del nostro tempo

LaPresse
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L’ultimo romanzo dell’autore segna uno scarto sostanziale rispetto ai precedenti: al centro del racconto ci sono le convenzioni di una famiglia borghese, non più il desiderio. Annientare è una lunga meditazione sul finire, nostro e del mondo

  • Annientare è, rispetto ai precedenti di Houellebecq, un libro molto più affabile, più cordiale, per certi versi più ingenuo. Al centro del suo racconto c’è una famiglia tradizionale.
  • Se però Annientare segna uno scarto sostanziale nella meditazione di Houellebecq, non è (soltanto) perché decide qui di dedicarsi alle convenzioni del romanzo borghese e dell’epopea familiare: piuttosto perché Annientare è il primo libro di Houellebecq che non parli di Desiderio.

  • La società parla ora un linguaggio incomprensibile. Il mondo procede in un discorso inaccessibile, rimbalza ogni tentativo di decifrarlo. La modernità ha compiuto un salto di specie, e ha bruciato i ponti.

«Certi lunedì di fine novembre, o di inizio dicembre, soprattutto se sei scapolo, hai la sensazione di essere nel braccio della morte. Le vacanze estive non sono che un ricordo sbiadito, l’anno nuovo è ancora lontano; la prossimità del nulla è insolita». È l’incipit di Annientare, il nuovo romanzo di Michel Houellebecq: probabilmente l’unico autore vivente nei cui libri la prossimità del nulla non è mai stata “insolita”. Anzi: l’autore di Sottomissione ha sempre abituato il suo pubblico a un

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