- Quella del Lucio Battisti “fascista” è una leggenda metropolitana che torna periodicamente a fasi viva, nonostante le ripetute smentite di Mogol
- Oggi, nel libro di conversazioni con Marcello Baraghini firmato da Daniela Piretti, troviamo la smentita ufficiale di questa teoria, proprio in una lettera a firma di Battisti indirizzata a Baraghini candidato nella lista di Pannella
- Oltre a questo, in Balla coi libri. 50 anni di controcultura fra passato e presente, c’è però molto altro: tutta la straordinaria avventura culturale ed esistenziale dell’attivista
L’amico Mogol lo ha ripetuto più volte: «Lucio Battisti di destra, fascista? Non fatemi ridere». Eppure la leggenda metropolitana è tornata, periodicamente, a farsi viva. C’era quella foto che lo ritraeva con il braccio teso: in realtà non stava facendo il saluto romano ma, sul palco, stava dando l’attacco ai violini per il suo I giardini di marzo. Persino la copertina de Il mio canto libero, con quelle braccia sollevate, fu interpretata come una selva di saluti fascisti per non dire del vers



