Sembra un albergo di Sankt Moritz, e che da un momento all’altro compaia Dracula. Da quando sono arrivata a Los Angeles per la settimana che precede gli Oscar, dormo allo Chateau Marmont sulla Sunset Boulevard. La mia amica Elena aveva prenotato qui, e generosamente ha voluto condividere con me la sua stanza al quinto piano, con salotto, cucina, e due armadi.

Da fuori sembra un castello, gli attori soggiornano per il tempo di fare un film e tornare a New York o nel Minnesota, e al bar sono di casa Leonardo Di Caprio e Tobey Maguire per dirne due. Seduta sul divano in velluto della lobby mi sento Francis Scott Fitzgerald mentre lotto col jet lag di nove ore e cerco di ricordare che cosa abbiamo fatto ieri sera. Poco fa in ascensore ho incontrato il regista Yorgos Lanthimos, talmente forte era l’hangover che non ho avuto la forza di dirgli che The Lobster è il mio film preferito di sempre.

Kanye, ancora tu

Come ho potuto bere quei margarita piccanti mi chiedo, mentre mi passano davanti Kanye West e la moglie Bianca Censori fasciata in un abito trasparente. Scelgono di sedersi in giardino, dove potranno essere visti più che in questo salotto defilato. Intanto nel garage fanno le prove per la festa che organizzano Jay-Z e Beyoncé dopo gli Oscar, l’anno scorso il meno famoso era Justin Bieber.

I bassi che arrivano dal piano di sotto mi stanno facendo vibrare lo stomaco ma forse sono quei margarita. Spero che il soffitto regga è il mio pensiero, mentre Censori passa per andare alla toilette. L’altra sera sono venute a trovarmi per un drink Elena Tosi di Warner con la popstar Annalisa, fresca del premio della testata Billboard. Sarà stata mezzanotte quando la playlist del bar ha proposto Splendido Splendente di Donatella Rettore, Annalisa l’ha intonata e io mi sono chiesta perché non l’avesse portata nella serata dei duetti a Sanremo. 

Cillian Murphy va a letto presto

Peccato siano già partite penso, mentre riaffiorano alla mente momenti al party di Saint Laurent in onore di Oppenheimer. Cillian Murphy è andato via presto. Anche Casey Affleck, a cui avrei voluto dichiarare il mio amore per il suo film Manchester by the Sea, ha lasciato la villa a Los Feliz mentre ordinavo il primo Sip Easy, vodka, succo di more e limone. È stato il fato a decidere, farnetico. Clara ci aveva avvertite di non indossare tacchi perché avremmo ballato sul prato, e per questo ancora la ringrazio.

Il panorama era di quelli mozzafiato ma mentre ballavo di fianco alla consolle di Chloe Caillet mi sono fatta convincere da Lodovico ad andare al party di Prada a Downtown, a mezz’ora di Uber, «ci sarà Brad Pitt». L’istallazione di Carsten Holler è incredibile, ma avevamo visto l’anteprima il giorno prima e potevamo farci bastare quell’esperienza, rimugino osservando il mio selfie con Travis Scott rientrando tardissimo.

Garrone gioca a calcetto

Ieri pomeriggio ho incontrato gli attori di Io, capitano, Seydou Sarr e Moustapha Fall, al Marriott sulla Cienega. Con la coda dell’occhio ho notato il Ceo di Rai Cinema Paolo Del Brocco con Matteo Garrone entrambi in tuta, pronti per una partita di calcetto. Pare che il regista si rilassi così. La sera poi, allo screening dei film internazionali all’Academy Museum, è stato accolto da applausi. «Vincerà La zona d’interesse di James Wilson» dicono in tanti qui, ma la speranza è l’ultima a morire penso mentre in tasca tocco la mia ametista rosa comprata a Venice Beach. Poi una producer spagnola mi scatta una foto di fianco alla statua dorata degli Oscar.

Scorsese va da Armani

Armani ha dato un cocktail nella boutique di Rodeo Drive in onore di Martin Scorsese e il suo film Killers of the Flower Moon. A fare gli onori di casa c’era Roberta Armani che ha accolto, tra gli altri, Nicolas Cage, Christoph Walz e Victoria dei Maneskin. I camerieri offrivano Aperol spritz e spicy margarita che ho evitato come la peste. «Torna allo Chateau, sono tutti qui», mi scrive su Whatsapp una dj inglese conosciuta ieri sera. Domani è la giornata degli Oscar, speriamo che almeno vadano a letto presto.

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