Carlo Calenda e il suo partito, Azione, correranno da soli alle prossime elezioni. «È una delle decisioni più sofferte che ho preso da quando ho deciso di fare politica», ha detto Calenda nell’intervista televisiva in cui ha annunciato la rottura dell’alleanza con il Pd. Sembra certo che si romperà l’accordo anche con +Europa, il partito federato con Azione che intende restare nell’alleanza di centrosinistra. La linea del partito sarà decisa in una direzione del partito tra stasera e domani.

Poco dopo la fine della trasmissione è arrivata la replica del segretario del Pd, Enrico Letta.

Calenda ha detto che per il suo partito è impossibile restare insieme al Pd dopo che quest’ultimo ha sottoscritto un accordo con Sinistra Italiana, Europa Verde e Impegno Civico, il movimento creato dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

Per Calenda ora si apre la complicata questione della raccolta delle firme per presentarsi alle prossime elezioni. «Se dovremo raccogliere le firme, le raccoglieremo. Se non ci riusciremo, vuol dire che l’offerta non era abbastanza buona», ha detto a proposito della raccolta. Alla domanda se a questo punto si alleerà con Renzi, Calenda ha risposto: «Vedremo».

Rottura al rallentatore

Sono stati giorni di grandi incertezze nei negoziati per formare una coalizione di centrosinistra, di cui Calenda è stato uno dei protagonisti. La difficoltà di mettere insieme forze di centro e di sinistra ha impegnato a fondo Letta e questa settimana sembrava che l’obiettivo fosse finalmente a portata.

Martedì, il Pd era riuscito a firmare un preciso accordo definito «di governo» con il Pd. Un documento piuttosto scarno, ma in cui si assegnava a Calenda il 30 per cento dei seggi, una volta tolti quelli destinati alle altre eventuali forze di coalizione, e in cui ci si accordava su alcuni generici punti di programma.

Dopo altri giorni di intense trattative e di rischio di strappi, ieri Letta era riuscito a ultimare gli accordi con le altre forze della coalizione: Sinistra Italia, Europa Verde e Impegno Civico di Di Maio. Ma subito sono ricominciati i problemi con Calenda, che immediatamente giudicato l'accordo troppo generoso nei loro confronti e non ha gradito i commenti dei leader delle tre formazioni, fino ad arrivare alla decisione di rompere.

Nell’intervista andata in onda oggi, Annunziata gli ha ricordato che l’allargamento dell’alleanza era previsto già nel suo accordo siglato con Letta martedì e gli ha domandato se si aspettava che i leader dei due partiti cambiassero completamente atteggiamento e linea politica una volta entrati nell’alleanza: «Assolutamente sì, ne ero certo», ha risposto Calenda.

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