Ormai l’ondata epidemica di Covid-19, alimentata in gran parte dalla variante Omicron 5, è in discesa. In una settimana, gli individui infettati dal coronavirus si sono ridotti di un terzo: tra l’8 e il 15 agosto i nuovi positivi sono stati 186.133 (meno di 27mila al giorno, in media), cioè il 31,6 per cento in meno rispetto ai sette giorni precedenti.

La curva ha iniziato a scendere sempre più in fretta, e tutti noi speriamo che i casi diminuiscano ancora e restino bassi fino all’autunno, quando le temperature si abbasseranno e noi ritorneremo a vivere al chiuso, cosa che faciliterà una risalita dei contagi, specie se comparirà una nuova variante del virus, evento assai temuto dagli esperti.

Cosa dicono i numeri 

LaPresse

Domenica 14 agosto, negli ospedali italiani erano ricoverati 7.841 pazienti malati di Covid, la maggior parte dei quali anziani e spesso con comorbidità, cioè affetti anche da altre patologie gravi. Una settimana prima, domenica 7 agosto, erano stati 9.286, e quindi in una settimana il calo è stato assai significativo, pari al 18,4 per cento. Nei reparti di terapia intensiva, il 15 agosto i ricoveri erano 298, contro i 342 della settimana precedente, pari a un 11,5 per cento in meno.

Nella stessa settimana, il numero dei decessi causati dal Covid è sceso, ma in maniera minore. Dal 7 al 14 agosto i decessi da Covid sono scesi sotto le mille unità, come non accadeva da tempo: si sono contati 924 morti, un numero inferiore a quello della settimana precedente, quando erano stati 1.050. Nella settimana prima di ferragosto, i decessi causati dal Covid sono diminuiti del 12 per cento, un calo significativo ma nettamente inferiore a quello dei contagi. Ad esempio, a inizio agosto i contagi erano già da tempo in calo mentre si contavano ancora più di 100-150 morti da Covid al giorno. Come mai? È un fenomeno strano e inspiegabile? Una cosa preoccupante?

I virologi 

Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse 30 Dicembre 2021 Roma (Italia) Cronaca : Lunghe code a Fiumicino Aeroporto nel parcheggio di Lunga Sosta per effettuare il tampone covid prima di Capodanno Nella Foto : lo stand per i tamponi rapidi della Croce Rossa Photo Cecilia Fabiano/ LaPresse December 30 , 2021 Rome (Italy) News : Many people having a swab to verify the covid contagion in the medical spot of Fiumicino Airport In The Pic : the Red Cross swab spot

Il 6 agosto il quotidiano La Repubblica aveva titolato: «L’ultimo mistero del Covid: i contagi scendono ma i morti aumentano». E due illustri e garruli virologi si erano affrettati a dire la loro. Matteo Bassetti, direttore del reparto di malattie infettive del San Martino di Genova, intervistato da Libero il 7 agosto aveva spiegato che non era possibile che i contagi stessero calando in maniera sensibile mentre i morti rimanevano stabili, ed era arrivato a chiedere che si istituisse «una commissione di inchiesta sui morti del 2022».

Bassetti voleva vederci chiaro, perché, affermava minaccioso, «delle due l’una: o li stiamo contando con parametri sbagliati, che andavano bene nelle prime ondate e che, adesso, non tengono conto di quanto il virus sia cambiato, oppure abbiamo sbagliato tutto e le risposte messe in campo per arginare la pandemia non hanno funzionato». Il 6 agosto si erano contate 158 vittime del Covid, un numero che faceva impressione, ma che per Bassetti era sbagliato per eccesso. Per uno come me, che «lavora negli ospedali», aveva detto, «è sopravvalutato. Io credo che una stima corretta si attesti intorno al 20 per cento». Quindi per Bassetti i morti “veri” da Covid erano il 20 per cento dei dati reali.

Il 3 agosto, il dottor Roberto Burioni, professore di Microbiologia e Virologia all'università Vita-Salute San Raffaele di Milano, aveva twittato: «Anche oggi 171 morti di Covid: o li stiamo contando male (ma mi pare di no) o li stiamo curando male (posso sospettarlo ma non ho elementi concreti per dirlo) o chissà cos’altro. Certamente le autorità devono chiarire subito la situazione».

Nessun mistero 

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Non c’è nessun mistero da chiarire, i morti “veri” da Covid non erano e non sono molti meno di quelli conteggiati nelle statistiche ufficiali, nei nostri ospedali non stiamo affatto curando male i malati, non c’è bisogna istituire nessuna commissione di inchiesta, e le autorità non devono chiarire un bel nulla.

Tre anni di pandemia sono passati inutilmente: ci sono ancora molti che non capiscono, o peggio fanno finta di non capire, i fatti. Una settimana fa i contagi stavano scendono ma i morti sembravano stabili o addirittura in aumento, e adesso stanno diminuendo anch’essi. Non c’è nessun mistero dietro. E difatti noi lo avevamo previsto, come molti altri scienziati.

In un articolo pubblicato il 24 luglio, avevamo scritto: «Il 20 luglio, in Italia si sono registrati 80653 nuovi casi di Covid-19, e 157 persone sono decedute a causa della malattia. Il giorno prima, i casi di Covid erano stati 120683, e i decessi 176. L’ondata epidemica alimentata dalla variante Omicron 5 è cresciuta fino a raggiungere il picco nei giorni scorsi, e ora i casi hanno cominciato a calare: ma dato che chi diventa positivo il giorno X si ammala, si aggrava e, nel peggiore dei casi, muore dopo circa 7-15 giorni, il picco di positivi appena passato dovrebbe provocare il picco di morti entro una settimana», cioè nei primi giorni di agosto.

Se controllate i dati, vi renderete conto che in Italia il numero più elevato di nuovi casi di Covid si è verificato il 13 luglio (oltre 110 mila), mentre il numero più alto di decessi si è verificato il 29 luglio (244). Come avevo fatto a prevederlo? In realtà era facile.

Chiunque avesse letto la letteratura scientifica e avesse seguito l’andamento delle varie epidemie da Covid-19 nei vari paesi del mondo, si sarebbe reso conto che tutte ma proprio tutte le ondate epidemiche in tutti i paesi del mondo si erano comportate allo stesso modo. Lo avrebbe capito anche un bambino. Perché con il Covid, come con ogni altra malattia infettiva, occorre un po’ di tempo perché la malattia faccia il suo corso: cioè, se ti ammali il giorno X, poi deve passare del tempo prima che tu guarisca, oppure, nella peggiore delle ipotesi, peggiori fino a decedere.

Nel caso del Covid, la durata della malattia – cioè il tempo che passa dal momento in cui in individuo sviluppa i sintomi fino al momento in cui guarisce oppure muore – è in media di circa 15 giorni. Perciò, se il picco delle persone che si contagiano avviene il giorno X è naturale prevedere che il picco dei decessi avvenga circa 15 giorni dopo (cosa che puntualmente è accaduta) e in quei 15 giorni la curva dei contagi raggiunge il picco e inizia la discesa mentre quella dei decessi continua a salire. Non bisognava essere maghi o indovini per prevederlo, bastava essere persone di buon senso o scienziati amanti della verità.

E allora perché certi virologi hanno ipotizzato che qualcosa non andasse per il verso giusto, quando ad ogni scienziato serio quei numeri apparivano del tutto chiari e prevedibili? Stranamente, quei due scienziati hanno cominciato ad attaccare il governo (cosa che non facevano da tempo) solo quando Draghi è caduto. Viene il sospetto che qualcuno abbia parlato non per amore della verità ma per cercare un posizionamento politico.

L’importanza dei vaccini

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Ma una cosa va sottolineata, ben più importante di ogni posizione politica: l’ondata epidemica ora in corso è quella caratterizzata dal minor numero di decessi dall’inizio pandemia, e di questo dobbiamo ringraziare i vaccini.

È solo colpa di una informazione approssimativa e in malafede e che avanza sospetti là dove non ci sono se molte persone tentennano e non si sono ancora fatti la quarta dose di vaccino. Se avanzi il sospetto che i morti da Covid siano molto meno di quelli ufficiali, e che quindi la malattia sia più lieve rispetto a prima, potresti indurre qualcuno a non vaccinarsi.

Ricordiamolo: tra i sessantenni solo il 7 per cento ha fatto la quarta dose, tra i settantenni solo il 13 per cento, e tra gli ultraottantenni solo il 30 per cento. Perciò, vaccinatevi, mi raccomando.

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