- L’Europarlamento si è rifiutato di discutere e sanzionare la repressione violenta in corso in Francia: i liberali di Renew, quando si è trattato di mettersi di traverso al loro compagno di partito Emmanuel Macron, non si sono mostrati poi così liberali. E assieme alla destra hanno frenato la richiesta dell’unione di sinistra ecologista di affrontare le derive illiberali in corso.
- Intanto nella “Macronie” si assiste a episodi di una violenza sconcertante per una democrazia: forze dell’ordine che impediscono ai soccorsi di intervenire durante una manifestazione ambientalista, manifestanti che finiscono in coma o mutilati, arresti arbitrari, assalti della polizia contro i giovani che protestano contro la riforma delle pensioni, l’uso di armi da guerra.
- Il senso di impunità del presidente e del governo si vede dalle ripetute menzogne del ministro dell’Interno Gérald Darmanin. A smascherarle restano le testimonianze sulle reti sociali, il lavoro dei cronisti e delle associazioni per i diritti.
Questo mercoledì pomeriggio persino l’Europarlamento, che tra tutte le istituzioni europee è la più sollecita sul tema dei diritti, si è rifiutato di discutere e sanzionare la repressione violenta in corso in Francia: i liberali di Renew, quando si è trattato di mettersi di traverso al loro compagno di partito Emmanuel Macron, non si sono mostrati poi così liberali. E assieme alla destra di ogni sfumatura – dai moderati ai lepeniani – hanno frenato la richiesta dell’unione di sinistra ecologist



