«Un grande piano per l’aria condizionata»: è la proposta lanciata da Marine Le Pen nel pieno dell’ondata di calore che ha investito la Francia. Il Rassemblement National vuole moltiplicare i condizionatori in scuole, ospedali e abitazioni, presentandoli come una risposta immediata all’emergenza climatica.

La reazione politica non si è fatta attendere. Gli ecologisti ricordano che i condizionatori rilasciano calore all’esterno e rischiano di rendere le città ancora più invivibili. La ministra per la Transizione ecologica, Agnès Pannier-Runacher, ha avvertito che il loro uso eccessivo alimenta il problema. Marine Tondelier, segretaria degli ecologisti, ha accusato Le Pen di avere come unico programma ambientale l’acquisto di climatizzatori.

La sinistra ha risposto con un pacchetto alternativo: più spazi freschi pubblici, tutele per i lavoratori, investimenti strutturali.

Il dibattito ha superato i confini francesi, perché le estati roventi pongono ovunque lo stesso dilemma: è giusto rendere accessibile l’aria condizionata a tutti, anche a chi non può permettersela, oppure così si rischia di aggravare ulteriormente il riscaldamento urbano?

Abbiamo chiesto ai lettori abbonati e iscritti alla newsletter quotidiana Oggi è Domani di esprimere la propria opinione.

Nessuno vuole l’aria condizionata per tutti: «Palliativo, non soluzione»

Il risultato è netto: nessun lettore ha scelto l’opzione “sì, per tutti”. Per il 68,4 per cento la misura sarebbe controproducente perché aggraverebbe la crisi climatica. Per il 31,6 per cento andrebbero aiutate solo le fasce più fragili, ma con soluzioni strutturali.

Nei commenti, il condizionatore viene spesso definito un «palliativo». «Va bene come cura sintomatica, ma se non si fa nulla per evitare che le città diventino bolle di calore, sono inutili», scrive un lettore. «Abbiamo bisogno di interventi strutturali per rendere vivibili le città», aggiunge un altro. La proposta viene percepita come una risposta emergenziale e miope: «La crisi climatica si affronta alla radice, non incentivando i consumi che l’aggravano».

Una lettrice dalla Sardegna racconta: «Ho due condizionatori, installati per mio marito disabile. Ora che lui non c’è più, non li accendo: metto i piedi in una bacinella e mi rinfresco. Il coinvolgimento dei cittadini è essenziale. Servono verde urbano, educazione, alternative». Un’altra osserva: «In generale sì, sarebbe giusto aiutare tutti, ma i bonus drogano il mercato. Meglio sgravi graduali e climatizzare le scuole».

C’è chi accusa la proposta “alla Le Pen” di superficialità: «È come dare le brioche a chi chiede pane». Oppure: «La destra, come lo struzzo, ha nascosto la testa per anni davanti alla crisi climatica. Ora propone pannicelli caldi come i condizionatori, ma servirebbe un ripensamento profondo di industria, mobilità e infrastrutture».

Un commento riassume il pensiero di molti: «Il condizionatore peggiora la situazione climatica. È chiaro che serve aiutare chi non ce la fa, ma non incentivando ulteriori emissioni. Dobbiamo tutti cambiare rotta».

I SONDAGGI PRECEDENTI

Nelle scorse settimane abbiamo chiesto ai nostri lettori e lettrici di confrontarsi su altri temi centrali nel dibattito pubblico.

Abbiamo parlato del divieto di smartphone alle superiori introdotto con la nuova circolare del ministro Valditara: la maggioranza si è detta favorevole, ma con molte riserve sull’efficacia e sull’applicazione della misura.

Poi ci siamo occupati della decisione del governo di vietare la produzione e la vendita della cannabis light, rispetto alla quale la maggior parte dei partecipanti si è detta contraria alla stretta, chiedendo un confronto più serio sulla legalizzazione.

Infine, abbiamo raccolto le opinioni sul decreto che apre al terzo mandato per i sindaci. Anche in questo caso, la maggior parte ha espresso contrarietà a modifiche delle regole elettorali all’ultimo momento, rivendicando trasparenza e coerenza democratica.

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