Nel sud della Francia tra carni alla brace e bandiere francesi, Marine Le Pen viene nominata presidente onoraria dei Patrioti («L’Unione europea è un impero contro le nostre nazioni»), il leader della Lega attacca sulla cittadinanza «per l’Italia e la Francia» (ma fa una gaffe) mentre per il presidente ungherese «l’Ue punta con la sua politica migratoria a scambiare le nostre popolazioni»
Un prato immenso e semivuoto. Seimila militanti, un palco tra le mucche e i boschi della Loiret rurale. Mormant-sur-Vernisson, mille e trecento anime a sud di Parigi, si trasforma per un giorno nel cuore della nuova destra europea. Tra i fumi delle braci accese e tavole imbandite: è la “Pontida europea”, come l’hanno ribattezzata.
Sul palco si alternano i leader dei patrioti, tra questi l’ungherese Viktor Orbán, lo spagnolo Santiago Abascal e Matteo Salvini. Dodici bandiere, una per ogni partito nazionale aderente alla famiglia dei patrioti europei, su uno sfondo blu intenso e la grande scritta in bianco "Fete de la Victoire". Tutti uniti per celebrare il 31,37% ottenuto alle europee del 9 giugno 2024, dimenticando però che, appena un mese dopo, alle legislative, il Rassemblement National ha ottenuto solo 120 seggi su 577: un risultato insufficiente per governare, grazie al muro eretto dal Nuovo Fronte Popolare che ha impedito a Marine Le Pen e Jordan Bardella di accedere al potere.
Non solo una festa, nei fatti un patto fra sovranisti, con un obiettivo comune: occupare Bruxelles, resettare l’Europa. Portare avanti il progetto politico del “Grande Reset”.
«L’Ue vuole distruggere le nostre società»
Un documento programmatico, redatto da think tank ungheresi e polacchi, che propone di ridurre l’Unione europea a una struttura minima: via il Green Deal, via i vincoli comuni, via la «cultura woke». Al centro, il ritorno delle sovranità nazionali, la restaurazione dell’identità. Su questa scia il vicepremier Salvini si presenta in camicia bianca e occhiale con un discorso netto: l’Europa come prigione da aprire, non come casa da ristrutturare.
Saluta in francese, ringrazia in inglese, torna al francese, passa all’italiano. Dopo aver invocato il coro “Marine, Marine” attacca l’Ue: «Che ci vorrebbe indebitati, colonizzati e impauriti». Poi Macron: «Nessun debito europeo per comprare altre armi, nessun esercito europeo. Ascolti il Papa». In italiano ricorda: «Oggi in Italia la sinistra porta al voto un referendum per dimezzare la cittadinanza italiana ai migranti: verranno bocciati. La cittadinanza in Italia così come in Francia non è un regalo».
Quasi, in Francia bastano 5 anni di residenza per ottenerla, in Italia ne servono 10. Invita il Ppe di cui fa parte il suo alleato Antonio Tajani «a costruire sul lavoro e sulla speranza con i Patrioti e i Conservatori». Cerca l’applauso e lo ottiene: «La minaccia non arriva da Est, da improbabili carri armati russi, ma dal Sud e dai migranti clandestini. Proveranno ad arrestarci, ma falliranno. A comprarci, ma non siamo in vendita». Poi conclude in francese: «Noi stiamo con Donald Trump in Usa, con Jair Bolsonaro in Brasile, con Marine Le Pen in Francia».
La parola passa a Orbán, reduce dal successo del Cpac di Budapest, dove aveva lanciato il suo appello per un’alleanza radicale capace di paralizzare l’Ue. Durante la kermesse francese conferma il piano: consolidare un blocco politico trasversale capace di impedire sanzioni, isolamenti e tagli ai fondi comunitari. L’Ungheria è sotto accusa: venti paesi membri hanno chiesto alla Commissione di attivare i meccanismi sullo stato di diritto.
Ma il premier ungherese risponde: «L'Unione europea punta con la sua politica migratoria a scambiare in modo organizzato le proprie popolazioni per sostituire la nostra società e la nostra cultura. Sono orgoglioso della capacità dimostrata dall'Ungheria nel respingere i migranti. Non lasceremo che i migranti siano autorizzati a distruggere le nostre città, stuprare le nostre donne ragazze, uccidere cittadini innocenti».
La giornata di Marine Le Pen
A riportare sulla scena Le Pen ci pensa il leader di Vox e presidente del partito dei Patrioti Ue, Santiago Abascal: «Le Pen deve governare, l'Europa ha bisogno che la Francia ritorni grande: abbiamo deciso di eleggere Le Pen presidente onoraria dei Patrioti», annuncia. E avverte: «Sono pronti a ricorrere alla violenza per fermarci, l'hanno fatto in Colombia come contro Trump».
Una giornata che è stata anche, e soprattutto, un banco di prova interno per il Rassemblement National. Marine Le Pen e Jordan Bardella si sono presentati fianco a fianco, vestiti entrambi di bianco, sorridenti, uniti. È la prima uscita congiunta dopo la condanna di Le Pen all’ineleggibilità per cinque anni, in seguito allo scandalo dei rimborsi dei collaboratori al Parlamento europeo. Una sentenza che, se confermata in appello nel 2026, le impedirà di candidarsi alle presidenziali del 2027. «Un anno fa, con il voto del 9 giugno 2024, i popoli europei si sono sollevati contro il superstato di Bruxelles, a difesa della loro agricoltura, della loro cultura, della loro economia. I popoli si sono sollevati», dice Jordan Bardella, presidente dell'eurogruppo dei Patrioti.
La “Festa della vittoria” è un passaggio di testimone non dichiarato, un rito di successione. «Siamo il terzo partito più grande d'Europa. Non c'è dubbio sulla capacità di ricostruire le nostre nazioni e di lottare per il nostro futuro. Possiamo, dobbiamo e lo faremo», dice Le Pen nel suo discorso finale. «L’Unione europea è un impero mercantile, wokista, ultraliberale, e proprio perché è nella sua natura, è un impero contro le nostre nazioni».
Si delinea la roadmap per il 2026-2027: sfidare Macron, fermare Bruxelles, sostituire l’Europa delle regole con quella dell’ideologia identitaria. Il tutto sotto lo sguardo distante, ma sempre evocato, di Trump. La sua frattura con Elon Musk e le tensioni sui dazi ne indeboliscono il mito, ma resta il faro spirituale dei Patrioti europei.
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