Il parlamento europeo, riunito nell’ultima sessione plenaria a Strasburgo, ha esortato le istituzioni dell’Unione a essere più ambiziose nel sostenere l’Ucraina.

Lo ha fatto piuttosto compattamente chiedendo di utilizzare gli attivi russi depositati o presenti nel continente per finanziare lo sforzo bellico del paese ormai in guerra con la Russia dall’invasione del febbraio del 2022.

Il punto del contendere è una proposta dell’Alto rappresentante della politica estera della Ue, Josep Borrell, che ha raccomandato di utilizzare solo i rendimenti degli attivi congelati, in seguito alle sanzioni attivate dall’Europa.

Si tratterebbe di circa tre miliardi di euro che questi asset producono annualmente. Borrell ha spiegato che secondo la sua proposta, che ha l’appoggio degli stati membri dell’Unione, circa il 90 per cento di questi soldi verrebbero destinati alla European Peace Facility, un fondo che non fa parte del budget dell’Unione, con cui vengono finanziati gli acquisti armi e altri equipaggiamenti militari per l’Ucraina.

Il restante 10 per cento verrebbe dal bilancio europeo, con cui, invece, secondo le regole europee non si possono comprare armi, e che quindi sarebbe usato per sostenere direttamente l’industria di difesa ucraina.

Evitare la distruzione

«Inizialmente volevamo usare queste rendite per la ricostruzione dell’Ucraina. Ma prima dobbiamo pensare a come evitare la distruzione. Meno distruzione ci sarà, meno dovremo ricostruire» ha detto Borrell all’Europarlamento.

L’Alto rappresentante ha fatto riferimento alla zona del Donetsk dove ormai «ci sono città inesistenti, cancellate dalle cartine geografiche».

La maggioranza dei deputati intervenuti ieri al dibattito sulla questione hanno invece invitato il Consiglio e la Commissione europea a essere molto più decisi di così, confiscando tutti gli asset ora congelati dalle sanzioni, che ammonterebbero a più di 200 miliardi di euro, per la maggior parte congelati presso Euroclear, e a destinare questi soldi al sostegno dell’Ucraina

«Gli stati possono usare contromisure di questo tipo in risposta a un’azione bellica» ha dichiarato Andrius Kubilius, deputato del Partito popolare ed ex primo ministro della Lituania.

Alcuni altri deputati si sono spinti oltre, invitando l’Europa a confiscare anche gli averi degli oligarchi sottoposti alla giurisdizione di paesi europei.

«L’Ucraina ha urgente bisogno di aiuto ora. Vorrei vedere risultati più velocemente. Confischiamo a trasferiamo all’Ucraina anche gli yacht e le proprietà immobiliari degli oligarchi» ha detto Inese Vaidere, deputata cristiano-democratica della Lettonia.

Ana Miguel Dos Santos ha invece esortato l’Europa a mandare i missili Patriot in proprio possesso alle truppe ucraine.

Ma confiscare e vendere gli asset russi in Europa e usare i proventi per armare l’Ucraina e ricostruirla sarebbe contrario al diritto internazionale, dice Borrell e minerebbe la credibilità dell’Europa. Utilizzare i rendimenti di questi asset invece è consentito dalle norme internazionali.

Rispettare il diritto

«L’aggressione contro Ucraina va contro il diritto internazionale, ma non per questo possiamo farlo anche noi. Non posso sostenere il diritto internazionale quando mi fa comodo e non farlo quando invece voglio prendere una decisione» ha detto Borrell all’Europarlamento alla fine del dibattito.

Il suo ragionamento è stato ripreso anche da alcuni deputati intervenuti, seppur la minoranza. Anche altre istituzioni internazionali, come la Banca centrale europea, avrebbero espresso la propria contrarietà.

Per il momento, l’Europa studierà quindi dei meccanismi per convogliare le risorse ricavate dai rendimenti degli attivi congelati in Europa all’Ucraina, che ha un disperato bisogno di aiuti militari per contrastare gli attacchi dei russi.

Negli Stati Uniti, invece, l’approvazione di un pacchetto di aiuti militari di circa 60 miliardi di dollari per l’Ucraina è in dirittura d’arrivo. Parte di questo pacchetto, come hanno fatto notare anche vari deputati europei, sarà finanziato dalla confisca di asset di proprietà della Banca centrale russa depositate in America.

L’autorizzazione del Congresso era rimasta bloccata alla Camera dei rappresentanti che non trovava un accordo sul provvedimento.

Questo provvedimento contiene uno stanziamento di risorse non solo per la difesa di Kiev ma anche per un sostegno economico al governo ucraino affinché possa continuare a svolgere funzioni basilari, come anche quelle di pagare stipendi e pensioni.

Parte dei fondi Usa serviranno anche a finanziare la collaborazione a livello di intelligence tra Washington e Kiev.

Il Presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy ha espresso tutta la sua gratitudine per l’accordo trovato tra il partito democratico e repubblicano Usa.

«La democrazia e la libertà avranno sempre un significato globale e non verranno mai meno fino a che l’America aiuterà a proteggerle. Grazie America!».

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