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Gli espulsi M5s si ribellano, Grillo ammette che «non sono più marziani»

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Il voto di fiducia al nuovo governo Draghi si è rivelato più complicato del previsto, ora il Movimento al suo interno dovrà riorganizzarsi, ma non sarà facile, la base è spaccata tra i dissidenti e chi si allinea all’ennesima giravolta del capo provvisorio Vito Crimi

 

  • Il Movimento cinque stelle espelle dal gruppi parlamentari chi ha deciso di non dare la fiducia al governo Draghi. Una decisione che non è stata accolta con serenità da parte dei diretti interessati, tra cui ci sono due esponenti di spicco: Nicola Morra e Barbara Lezzi
  • Lo strappo evidenzia un momento di difficoltà per il Movimento così come anche dichiarato dall’ex portavoce della presidenza del Consiglio Rocco Casalino convinto che «l’adesione al governo Draghi peserà» all’interno della compagine politica.
  • C’è chi sostiene, però, che l’espulsione, secondo il regolamento, deve avvenire con modalità diverse e «non ci si può sottrarre da una valutazione online». Alcuni degli esuli sono pronti a fare ricorso e altri puntano ad entrare nel nuovo direttivo che sostituirà la figura del capo politico

Lo strappo è netto e non sarà indolore. La strada che ha portato al governo Draghi è stata tortuosa e si è conclusa davanti a un bivio in cui l’unica scelta era prendere o lasciare. Quindici senatori pentastellati hanno scelto la seconda via e infatti, dopo la mancata fiducia al nuovo esecutivo, sono stati espulsi dal gruppo parlamentare. L’annuncio è arrivato direttamente dal capo politico Vito Crimi – il quale avrebbe rinunciato a un posto da sottosegretario nell’attuale governo – che in un p

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