È il sindaco dei record, l’unico amministratore pubblico che resta al suo posto nonostante una condanna in primo grado per furto. Ecco, dunque, le immagini, che Domani pubblica sul sito in esclusiva, inequivocabili, che lo immortalano durante il blitz compiuto in piena pandemia.

Lui si chiama Antonio Del Giudice, di mestiere imprenditore, sui social pubblica foto in compagnia di Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, e del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove.

Del Giudice è primo cittadino del comune di Striano, nuovamente candidato sotto la bandiera di Fratelli d’Italia, primo sindaco del partito in provincia di Napoli. Non è l’unico record, l’altro meno nobile è quello di aver rimediato una condanna per furto a quattro mesi, pena sospesa, per aver rubato le bici a cinque ragazzi migranti, bici che gli stranieri utilizzano per andare a lavorare nei campi per pochi euro al giorno. Di sicuro è considerato un ras del partito locale, numero due di FdI in Campania, dove il coordinatore regionale è il senatore Antonio Iannone. Il vice coordinatore è proprio Del Giudice.

Nella sentenza di primo grado contro Del Giudice è stata esclusa l’aggravante della discriminazione razziale perché non è provato che gli imputati, sindaco e due complici, sapessero che le bici appartenevano a soggetti stranieri.

Il giudice del tribunale di Torre Annunziata ha anche riconosciuto le attenuanti generiche anche in ragione della successiva restituzione delle bici, ma cosa è accaduto quel 15 novembre 2020? Secondo il primo cittadino quelle bici ostruivano l’ingresso al comune, ma la sua giustificazione è smentita dal tribunale e anche dai video.

Cesoia

Le immagini mostrano il sindaco, munito di una cesoia gialla, intento a spezzare le catene e consentire la sottrazione delle bici. Una scena che era finita anche in una foto con Del Giudice e i due collaboratori immortalati con attrezzo da lavoro e refurtiva.

«È emerso in modo incontrovertibile, dai filmati acquisiti e visionati nel contraddittorio tra le parti e dalle dichiarazioni di tutti i testi escussi, compreso il teste della difesa, che gli odierni imputati, hanno rimosso le biciclette parcheggiate dalle persone offese e le hanno occultate, in un posto poco visibile, dell'androne del Comune», si legge nella sentenza.

Una delle bici, quella più nuova, prima è stata nascosta nel sottoscala del palazzo comunale e «successivamente trasportata presso la ditta del Del Giudice per essere riverniciata, smentisce, ancora una volta, l'intento di rimuovere temporaneamente le biciclette».

Il furto aggravato, grazie alla legge Cartabia, è divenuto un reato procedibile a querela di parte. Così il giudice ha dovuto pronunciare sentenza di non luogo a procedere nei confronti degli imputati per i reati commessi nei confronti di quattro migranti.

La denuncia del migrante

Modiba Diarrà, difeso dall’avvocato Salvatore Aiello, è l’unico che ha presentato querela nei confronti di sindaco e dei due collaboratori aprendo così il processo che si è chiuso con la sentenza di primo grado, ora sarà l’appello a stabilire se confermare o annullare il pronunciamento del primo giudice.

Restano le immagini che immortalano il sindaco impegnato con la cesoia, intento a farsi un selfie dopo la sottrazione delle bici insieme a due fidi collaboratori, fieri dell’azione compiuta. Nel frattempo il primo cittadino è diventato numero due di Fratelli D’Italia in Campania e resta vicepresidente regionale dell’Anci, l’associazione dei sindaci.

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