La nazione è mia e me la gestisco io. Il panel a cui ha partecipato – anzi, che ha «voluto» – Arianna Meloni è il distillato perfetto del femminismo di destra che propone la power couple delle sorelle d’Italia. «La parità non è farsi chiamare “capatrena”», dice a ogni piè sospinto Giorgia Meloni, «la lotta contro i deepfake è la battaglia del nostro tempo», dice dal palco di Atreju 2025 la sorella. 

Arianna Meloni è l’interprete più completa del femminismo difensivo che rappresenta ormai l’approccio più consolidato del melonismo all’emancipazione femminile. ”Non con la mia faccia”. Deepfake, web reputation e odio social si intitola il panel messo in piedi dalla capa della segreteria politica di Fratelli d’Italia. Il tema femminile è preso alla larga, ma la sua arringa è appassionata: «È arrivata questa rivoluzione dell’intelligenza artificiale, che ha rotto questa vita come l’avevamo immaginata prima». 

E certo, l’intelligenza artificiale ha conseguenze positive, ma anche potenzialmente molto negative, come possono testimoniare Francesca Barra e Raoul Bova, anche loro sul palco di Atreju, la cui privacy è stata violata sul web. La stessa cosa è successa anche alle sorelle Meloni: entrambe finite sui vergognosi siti che spogliavano donne famose o ne commentavano l’aspetto. 

La presidente del Consiglio ha addirittura un procedimento aperto in Sardegna con due uomini che hanno creato un deepfake partendo dalla sua foto. La sorella fa suo il tema e lo porta sul palco della kermesse di partito, peraltro nell’unico panel al quale partecipa, in prima fila, a fare il tifo per la primogenita, anche la mamma, Anna Paratore. 

Il resto del parterre dimostra l’importanza che le sorelle d’Italia attribuiscono al tema: c’è Laura Bononcini, la direttrice delle relazioni istituzionali di Meta per il Sud Europa e Israele, ma partecipa anche il magistrato Valerio De Gioia. Come a dire: noi interveniamo, non ci limitiamo alle chiacchiere. L’attore Fabio Ferraro, invece, lancia la provocazione che riassume la proposta securitaria della destra sul tema: i profili social online vanno associati a identità verificate e «se diffami qualcuno, te vengono a piglia’ e te mettono in galera» dice. 

Pugno duro e simpatia

L’approccio law and order è in linea con le decisioni che ha preso nei suoi primi tre anni di governo Meloni sul tema della lotta ai femminicidi, introducendo, per esempio, un reato apposito. La capa della segreteria politica di FdI non perde occasioni per rivendicare i successi della sorella: «Grazie anche a questo governo è stata approvata la legge 132, dove è previsto anche il reato di deepfake per chi mette in rete questi video ed è punibile da 1 a 5 anni. Quindi, la legge c'è». Ma la linea di FdI rimane difensiva, quanto più possibile lontana dall’occupazione dello spazio pubblico che caratterizza la lotta delle militanti femministe di orientamento più progressista. 

«Mi difendo, non leggo, non guardo» spiega Meloni, aggiungendo che in passato ha risposto ad alcuni commenti offensivi sulla sorella. «Ma sicuramente non vado nelle bacheche degli altri a insultarli». spiega ancora la sorella d’Italia, investita ormai da tempo del compito di dare un volto “femminista” alla missione delle Meloni. 

È stata lei a condensare, in un colloquio con il Corriere della Sera all’indomani della scoperta del sito in cui venivano commentate le loro foto, tutto il disprezzo della sorella per chi ha caricato contenuti così disturbanti. Raccomandando di denunciare sempre (auspicio confermato anche ad Atreju) Arianna sottolineava, in quell’occasione, «il peso che invece le donne, grazie alla loro forza e al loro merito, hanno sempre di più in Italia». E raccomandava di combattere «con l’indifferenza» i contenuti avvilenti con cui «si sminuiscono le cose vere, importanti, che le donne raggiungono e conquistano col proprio lavoro giorno dopo giorno». 

Arianna è stata scelta anche per prendere posizione sui «pettegolezzi» a proposito dell’ex compagno della premier, Andrea Giambruno, poi scaricato pubblicamente. O ancora per parlare dei gossip che hanno riguardato la sua relazione, poi terminata, con il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e le altre donne di FdI. Nel frattempo, è diventata anche un volto del Tempo delle donne, l’evento dedicato al tema dal Corriere della Sera. E così, ad Atreju, si è trasformata nella sorella maggiore di tutte le donne, ha citato papa Francesco ospite del G7 organizzato dalla premier e ha spiegato che «noi siamo italiani. Siamo la culla della civiltà, della spiritualità. E ora dobbiamo difendere le persone». Anche e soprattutto le donne. 

© Riproduzione riservata