Le carte sono arrivate e la giunta per le Autorizzazioni ha stabilito i tempi procedurali sul caso Almasri. La relazione dell’organismo che dovrà esaminare i documenti arrivati dal tribunale dei ministri ha deciso che entro fine settembre sarà pronta la relazione per l’aula. 

«Si terranno almeno cinque sedute, inviteremo infine gli interessati a fornire i loro chiarimenti. Sia la giunta che l’aula esprimeranno tre voti distinti, con voto palese in giunta e segreto in aula la quale voterà definitivamente entro ottobre» ha detto il presidente della giunta Devis Dori.

Gli attacchi

ANSA

Dure le reazioni delle opposizioni, consapevoli che il voto in parlamento verosimilmente “salverà” i tre membri del governo coinvolti nella vicenda. «Per una volta dice una cosa giusta Giorgia Meloni, è impensabile che tre suoi ministri abbiano deciso di liberare un torturatore libico e riportarlo a casa con un volo di stato senza che lei condividesse questa scelta. Siccome ha detto che vuole venire in parlamento, venga a spiegare al paese la responsabilità politica che si è assunta. Su quella giudiziaria lasciamo lavorare la magistratura» dice la segretaria del Pd Elly Schlein.

Sulla stessa lunghezza d’onda Angelo Bonelli di Avs: «Questa vicenda è gravissima perché dimostra che il governo italiano ha fatto patti con i trafficanti di esseri umani, liberando un criminale come Almasri, responsabile di stupri, anche su minori, omicidi e tratta di persone. La destra cerca di buttarla in caciara, ma la realtà è chiara: chi diceva di voler inseguire i trafficanti “in ogni angolo del globo terraqueo”, oggi li libera e li accompagna con un aereo di Stato». Per il cosegretario Nicola Fratoianni, «L’archiviazione non cancella le sue responsabilità politiche, al pari degli altri. Sul piano politico hanno tutti la stessa responsabilità, da Nordio a Piantedosi a Mantovano per aver liberato un criminale accusato di reato gravissimi».

Matteo Renzi, dal canto suo, denuncia le bugie che dal suo punto di vista l’esecutivo ha rifilato al parlamento. «Questi sono venuti in parlamento, e hanno, soprattutto Nordio, raccontato una caterva di bugie, che non è un reato: ma il governo della repubblica, che viene in parlamento e racconta una catena incredibile di fregnacce...»

Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 stelle, ha detto la sua già martedì sera in una diretta social. Tirato in ballo direttamente dalla presidente del Consiglio per il suo atteggiamento nel caso Open arms, aveva risposto per le rime a Giorgia Meloni. «io scappo dalle mie responsabilità politiche? Ma come ti permetti? La procura di Bergamo mi ha indagato per due anni e non mi avete mai sentito proferire un fiato, altro che i piagnistei di Meloni che fa la “calimera”. Meloni, sai chi scappa? La tua ministra Santanchè che vuole cercare di sottrarre materiale probatoria della procura».

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