Dopo l’apertura del capo reggente del Movimento 5 stelle Vito Crimi alla richiesta del garante Beppe Grillo di indire la votazione (ma non su Rousseau, bensì su SkyVote), Giuseppe Conte sta valutando che decisione prendere. Ha due alternative: sfidare il fondatore sulla nuova piattaforma del Movimento chiedendo di nuovo il voto sul suo statuto, oppure strappare in maniera definitiva, andarsene fondando un nuovo partito. Le due possibilità portano con sé anche dei rischi.

Il voto interno

Chiamando al voto gli iscritti Cinque stelle Conte molto probabilmente stravincerebbe, considerato il consenso che raccoglie tra attivisti e parlamentari. Tuttavia, resterebbe l’ingombrante presenza di Grillo, che difficilmente lascerebbe la sua creatura: un rischio pesante per la sua leadership. Inoltre, non è chiaro quanto le votazioni indette su SkyVote siano coerenti con le regole del Movimento: in caso contrario offrirebbero al fondatore nuovo materiale a cui appigliarsi in caso di ricorsi legali. 

L’addio

L’altra possibilità, quella di voltare le spalle al M5s, rischierebbe a questo punto però di essere un’arma spuntata. Anche nel gruppo del Senato, che inizialmente appariva graniticamente schierato a favore di Conte, ora sembra che non tutti siano pronti a fare il passo e seguirlo. L’avvocato ha comunque un grosso seguito, ma non è chiaro in che numeri possa precipitare senza l’appoggio esplicito di Luigi Di Maio e Roberto Fico, ancora dominatori incontrastati dei gruppi parlamentari.

Per il momento, infatti, i due non si sono esposti, anche se Conte ha avuto un colloquio con il ministro degli Esteri giovedì mattina. Resta però una flebile possibilità di mediazione: acquista in queste ore credibilità anche un possibile incontro dei parlamentari con l’ex presidente del Consiglio e addirittura con lo stesso garante, che entrambi si sono detti disponibili a confrontarsi con l’assemblea. 

Il voto del comitato

Intanto, dopo la pubblicazione dei requisiti di candidabilità per il comitato direttivo gli iscritti restano in attesa delle modalità di presentazione delle candidature per il comitato direttivo, che Crimi ha promesso per i prossimi giorni: per il momento è pervenuta solo la discesa in campo del senatore Nicola Morra, ancora non ufficialmente espulso ma fuori dal Movimento dopo il mancato voto di fiducia al governo Draghi. 

Intanto, nelle ultime ore, un gruppo di 19 senatori ha presentato una nota per invocare ancora una volta la mediazione tra Conte e Grillo.

«Invitiamo la comunità 5 Stelle e tutti coloro che con noi hanno condiviso il difficile cammino di questi anni di battaglie politiche, a raccoglierci intorno al Movimento e al progetto che abbiamo costruito insieme», scrivono i parlamentari Cinque stelle. «Andando oltre le difficoltà attuali, nella consapevolezza che il Movimento ha necessità di innovarsi e ristrutturarsi, nella speranza che le posizioni di Beppe Grillo e di Giuseppe Conte si riconcilino chiedendo ad entrambi un incontro, a breve, con i parlamentari. Nella certezza che unito il Movimento andrà avanti», concludono Auddino, Campagna, Catalfo, Dell'Olio, Di Nicola, Di Piazza, Fenu, Gallicchio, Garruti, Guidolin, L’Abbate, Nocerino, Pesco, Piarulli, Presutto, Quarto, Ricciardi, Romagnoli e Toninelli.

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