Nonostante il tifo, nemmeno troppo nascosto, a favore di Grillo anche da chi lo ha sbeffeggiato per anni, il M5s non ha quasi più nulla a che spartire con il movimento rabbioso del vaffa di quasi vent’anni fa. Ma il radicalismo su welfare, occupazione, salari, libertà politiche e di genere si accompagna a una latente ostilità verso gli stranieri. Un’equazione su cui potrebbe inciampare l’opposizione
Alla fine ha vinto Giuseppe Conte. Nonostante il tifo, nemmeno troppo nascosto, a favore di Beppe Grillo anche da chi lo ha sbeffeggiato per anni, il M5s non ha quasi più nulla a che spartire con il movimento rabbioso del vaffa di quasi vent’anni fa. Era stato detto e ripetuto in questi anni che un partito che raggiunge quelle dimensioni – un terzo dei voti nel 2018 – e occupa palazzo Chigi per tre anni, non poteva che istituzionalizzarsi, e cioè abbandonare i suoi tratti rivoluzionari nei modi



