«Va sempre così, prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci». Giulio Giuli, attivista di Ultima generazione di «quasi sessant’anni», segue per l’associazione le questioni legali. Quando ha visto la notizia che il disegno di legge della Lega, soprannominato appunto “contro Ultima generazione”, è arrivato in commissione Giustizia con relatrice l’avvocata Giulia Bongiorno, non si è turbato: «Sappiamo che le nostre azioni polarizzano l’opinione pubblica. Ma la nostra battaglia continua».

Nel brevissimo testo ci sono due articoli che sono tagliati apposta contro la loro battaglia per il clima: il primo punisce con la reclusione fino a un anno e con la multa fino a 1.500 euro non solo chi imbratta le opere d’arte, ma anche chi imbratta le teche, le custodie e altre strutture adibite all’esposizione, protezione e conservazione di beni culturali.

Il secondo articolo estende la possibilità dell’arresto in flagranza, che per ora è possibile solo in caso di danneggiamento, anche all’imbrattamento: «Questo sarebbe in effetti un nuovo problema», dice Giuli.

Gli attivisti fino a oggi sono stati attenti a lanciare zuppa sul cristallo protettivo di un quadro di Van Gogh, o a incollarsi al vetro della Primavera di Botticelli, senza però danneggiare le opere. L’eventualità di una pena e di un arresto in questo modo diventerebbe quasi una certezza, anche se l’azione dimostrativa riguarda soltanto il contenitore del capolavoro.

I processi

L’attivista Giuli specifica che nell’ambito della strategia complessiva di Ultima generazione, l’ipotesi di trovarsi a processo è comunque contemplata e perfino prevista. Sta già succedendo, ben prima che il disegno di legge leghista venga approvato, visto che ha appena iniziato il suo percorso in commissione Giustizia al Senato.

Giuli elenca i processi a cui stanno andando incontro. Uno riguarda lui stesso assieme al figlio, Michele Giuli, anche lui attivista di Ultima generazione di cui spesso si fa portavoce in tv. L’accusa è di interruzione di pubblico servizio: Giuli padre e figlio hanno bloccato, insieme ad altri attivisti, una arteria della via Aurelia, in provincia di Massa-Carrara. L’udienza è fissata per il 14 settembre.

Il 12 maggio invece partirà il processo per la vernice sul Senato con l’accusa di danneggiamento: imputati Davide, Laura e Alessandro. Dieci giorni dopo Guido Viero ed Ester Goffi saranno ancora a processo in Vaticano per danneggiamento: la scorsa estate si sono incollati al basamento della celebre statua del Laocoonte.

A questa contestazione si aggiunge la mancata obbedienza all’ordine di allontanarsi, e l’accusa a Laura e Viero di resistenza passiva. A marzo si è svolta la prima udienza, a maggio ci sarà la seconda.

È già iniziato infine l’anno scorso il processo per un’azione contro un Eni store, in questo caso hanno danneggiato delle vetrine e sono accusati di violenza privata e danneggiamento. Tra gli imputati ci sono Michele Giuli e altre due attiviste, Laura e Chloé.

Oltre a questi, ci sono parecchi provvedimenti d’autorità come fogli di via, avvisi orali di varie questure e diverse comunicazioni di chiusura indagini (che diventeranno processi), oltre a decreti penali di condanna, ai quali si sono opposti.

Giuli poi aggiunge: «Non possiamo dimenticare la perquisizione e il sequestro di cellulari, computer, agende e block notes e altro, compiuto su ordine della procura di Firenze a casa di Nicole e di Giordano, alle 7 del mattino del 27 marzo, in seguito all'imbrattamento di palazzo Vecchio».

Il problema non si è esaurito con il placcaggio divenuto virale del sindaco di Firenze Dario Nardella.

Pagare gli avvocati

Giuli e Ultima generazione tengono a riferirsi agli attivisti con problemi giudiziari soltanto con il nome. In alcuni casi i cognomi sono noti ma non sono loro a divulgarli. 

Si tratta di un tentativo di evitare che i singoli attivisti diventino bersagli per polemiche social o politiche, un rischio elevato vista la natura provocatoria di molte delle azioni di Ultima generazione: «Consigliamo di usare soltanto i profili privati o di uscire proprio dai social, ci sono troppi odiatori in giro, e sappiamo a che cosa andiamo incontro».

Il problema dell’odio in rete però è molto secondario rispetto a quello della sostenibilità economica di una difesa legale efficace. Al processo in Vaticano gli attivisti di Ultima generazione hanno addirittura scelto di non presentarsi: «Gli avvocati che possono difenderci anche nello stato vaticano sono troppo costosi, e non possiamo permetterceli».

Per quanto riguarda quelli in Italia, hanno pagato qualche anticipo ma per il resto si accumulano debiti che prima o poi andranno saldati. Per questo Ultima generazione sta rafforzando i tentativi di raccogliere soldi dai sostenitori con il crowdfunding.

La rete di attivisti per il clima di cui fanno parte, A22, li aiuta per l’organizzazione delle manifestazioni, ma non copre le spese legali. 

Un messaggio che passa

La preoccupazione per la legge in Senato è bilanciata dalla fiducia che il messaggio sulla urgenza delle azioni contro la crisi climatica inizia a fare breccia.

«Siamo nella fase in cui ci combattono e io spero che arriveremo anche la fase quattro (in cui si vince, ndr). Fa parte del meccanismo della disobbedienza civile non violenta. A un certo punto devono per forza farti passare per il criminale che non sei», spiega Giuli.

Anche la nuova segretaria del Pd Elly Schlein si è spesa pubblicamente a sostegno dei messaggi di Ultima generazione, anche se ha preso le distanze dalle forme di attivismo che il gruppo applica.

«C’è stato un incontro due giorni prima che diventasse segretaria, però non ci sono state ancora azioni concrete. Noi le chiediamo a lei e a qualunque parte politica», spiega Giuli. 

Con altri pezzi del Pd, invece i rapporti sono meno sereni. E non solo con il sindaco Dario Nardella, ma anche con i presidenti di Toscana ed Emilia-Romagna, Eugenio Giani e Stefano Bonaccini: entrambi a favore dei nuovi rigassificatori galleggianti osteggiati da Ultima generazione.

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