Il governo è appena fatto e la luna di miele è durata il tempo di un consiglio dei ministri, il primo, quello in cui Mario Draghi ha chiesto a tutti di stare uniti. Era sabato ed erano tutti in rispettoso silenzio stampa, a parte alcuni post con i primi incontri istituzionali e le foto di rito per il passaggio delle consegne.

Domenica il ministro della Salute Roberto Speranza ha prorogato il blocco della stagione sciistica, e i rappresentanti del Nord dell’esecutivo targati Lega, Giancarlo Giorgetti e Massimo Garavaglia, ministri dello Sviluppo e del Turismo, alle 19:25 hanno fatto sentire la loro voce: «Subito indennizzi per la montagna». Troppo poco, alle 19:28 arriva un altro messaggio, questa volta contro il “metodo Conte”: «Stop con metodo Conte. Serve cambio, anche squadra tecnici. Non si può continuare con il “metodo Conte”, annuncio la domenica e chiusura il lunedì, ad opera del trio Ricciardi Arcuri Speranza. Serve un cambio di passo». Per Speranza sembra si siano arresi, ma su tutto il resto no: «Aldilà di Speranza, appena riconfermato ministro, è necessario un cambio di squadra a livello tecnico» hanno detto i capigruppo della Lega Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari. Lunedì e martedì il fastidio per Ricciardi ha continuato a crescere, e Matteo Salvini a reti e social unificati ha continuato a dire la sua contro il consulente che ha chiesto al più presto un nuovo lockdown.

Il ministro Speranza non ha replicato.

Dopo il lockdown è tornato anche l’euro. Ieri c’è stato un incontro tra Salvini e il segretario del Pd, Nicola Zingaretti. Oggi è arrivato lo scontro. Salvini provoca: «Euro irreversibile? C'è solo la morte di irreversibile» ha detto a l’Aria che tira martedì mattina su La7. Zingaretti ha inviato un messaggio sul suo account Telegram con l’anticipazione: Zingaretti risponde a Salvini, e il rinvio al tweet: «L’Euro e l’Europa sono la dimensione dove pensare e rafforzare il futuro dell’Italia».

Mentre Lega e Pd si beccano tra loro, il Movimento 5 stelle, preso dalle angosce sulla fiducia, ha deciso di puntare direttamente a Mario Draghi. Il vice presidente del Parlamento europeo, Fabio Massimo Cataldo, nello specifico se la prende con il nuovo capo di Gabinetto, Antonio Funiciello. In passato, il giornalista oggi assunto da Draghi a Palazzo Chigi, ha paragonato la sindaca Chiara Appendino (oggi autosospesa dal Movimento) alla show girl Sara Tommasi: «Ma tutti quei giornali e quelle tv che hanno sempre criticato ferocemente ogni nostro passo – lamenta Castaldo -, pronti persino a riesumare vicende dei nostri trascorsi scolastici alle elementari, a operare intere puntate di analisi sul nostro nodo alla cravatta, mi chiedo.... sul nuovo capo di Gabinetto di Mario Draghi non hanno proprio nulla da dichiarare?». Un invito a prendersela con lui e con il premier nonostante teoricamente il Movimento dovrebbe appoggiarli. Anche perché il governo conta ben quattro ministri del loro partito.

I sottolitigi

Se non bastassero le liti tra un partito e l’altro, ci sono poi le liti interne. Domenica è esploso LeU – il gruppo del ministro Speranza -, e dentro LeU, Sinistra Italiana, visto che l’assemblea del partito ha deciso per il no a Draghi (confermato dal deputato Nicola Fratoianni) ma la capogruppo Loredana De Petris ed Erasmo Palazzotto hanno già dichiarato che voteranno sì. Il Movimento 5 stelle, che litiga su Draghi da prima del voto su Rousseau, non si è placato neanche un giorno. Fino a ieri la senatrice Barbara Lezzi, tra le più scontente del governo, ha deciso di attaccare pubblicamente il presidente della camera Roberto Fico, pentastellato come lei che aveva cercato la pacificazione dentro il suo gruppo: «Una profonda delusione» gli ha mandato a dire la senatrice tramite Facebook.

Anche gli altri non stanno tanto bene. Mentre il Pd continua a litigare sui ruoli mancati alle donne, anche Berlusconi litiga sugli incarichi. Tanto che ieri dopo le foto dei ministri – i favoriti che ha mandato avanti - ha riempito la sua bacheca Facebook di nuovi incarichi elargiti alla capogruppo Anna Maria Bernini, al vice Antonio Tajani  e alla fedele Licia Ronzulli, per cercare di non scontentare nessuno. Il presidente però teme anche per le alleanze alle elezioni alle amministrative, visto che ha deciso di sottolineare che nonostante il nuovo governo, con lui e Salvini da una parte, e Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia dall’altra, comunque andrà tutto benissimo. Nessun litigio? Excusatio non petita, accusatio manifesta, diceva il proverbio: scusa non richiesta, accusa manifesta.

© Riproduzione riservata