È come un salto mortale. Eppure lei starebbe passando tranquilla sull'altro fronte come se fosse il gesto più naturale, dal partito che ha raccolto l'eredità di Pio La Torre al partito che ha un capo ancora oggi sott'indagine per strage di mafia.

Con disinvolta noncuranza, nella Sicilia labirinto dove ormai tutto può accadere e tutto in effetti accade, l'eurodeputata del Pd Caterina Chinnici porterà in dote il suo prezioso e pesante cognome a Forza Italia. E non per aderire a una Forza Italia che nel corso degli anni ha presentato nuovi volti nell'isola, no, ma per buttarsi semplicemente nella tana dell'eterno Renato Schifani, quello che c'era alle politiche del 2001 quando la Casa delle Libertà conquistò il famoso 61 a zero non lasciando un solo seggio alle sinistre, quello che c'è ancora oggi sulla poltrona di governatore della Sicilia nonostante i venti e passa anni trascorsi. Prima e dopo, sempre l'ombra di Marcello Dell'Utri che si allunga.

Un volteggio da capogiro

LAPRESSE

Difficile trovare un aggettivo per raccontare o decifrare il salto mortale di Caterina Chinnici, figlia di Rocco, il consigliere istruttore del tribunale di Palermo che praticamente gettò il seme per la creazione del pool antimafia di Falcone e Borsellino e per il suo sapere e per il suo coraggio - il 29 luglio del 1983 - fu ucciso con un’autobomba, un attentato in stile libanese.

Difficile capire l'attrazione fatale dell'eurodeputata per Schifani, proprio lei che alle regionali del settembre 2022, dove era in corsa contro Schifani, impose al Pd di non candidare personaggi impresentabili e con pendenze giudiziarie a carico. Tutto cancellato, tutto dimenticato. Schifani adesso va bene.

Schifani, imputato per associazione a delinquere a Caltanissetta nel processo Montante con l’accusa di avere spiato indagini segrete della procura, adesso va benissimo. Un volteggio da capogiro. Particolare non trascurabile: Caterina Chinnici non è solo figlia di magistrato, è essa stessa magistrato.

C’è qualcosa di indicibile in questa vicenda iniziata con una serie di indiscrezioni ieri l’altro (e mai smentite dall'interessata né dal suo staff)  sul trasferimento di Chinnici, al parlamento europeo dal 2014, nel partito di Berlusconi che poi è anche quello del senatore trapanese Antonino D'Alì in carcere da dicembre per i suoi legami con Matteo Messina Denaro.

Il reclutamento dei rivali

Dopo una finta campagna per le regionali del 2022 - finta perché non si è mai vista e, a un certo punto, ha annunciato pure il suo ritiro - Caterina Chinnici è scomparsa totalmente dalla circolazione fino ad apparire nei dintorni dell'ex presidente del Senato che in pochi giorni ha incassato indiscutibili successi.
Un uno-due micidiale: i candidati rivali di Schifani alle elezioni regionali reclutati come fan alla sua corte. Prima Gian Carlo Cancelleri che ha lasciato i Cinque stelle e che, sabato scorso, al teatro Politeama di Palermo seduto dietro il governatore con candore ha fatto la sua piroetta: «Forza Italia è una famiglia di valori, per tanto tempo mi sono sbagliato». E ora vediamo cosa dirà Caterina Chinnici, quando tutto sarà ufficiale.

Anche se, conoscendo un po’ il suo profilo, crediamo che il trasferimento da una sponda all’altra avverrà silenziosamente. Come d'altronde fu la sua presenza da assessore fra il 2008 e il 2012 nella giunta del governatore Raffaele Lombardo, allora già rinviato a giudizio per concorso esterno, poi condannato e poi ancora definitivamente assolto.
Non ha avuto alcun imbarazzo allora, siamo sicuri che non avrà alcun imbarazzo oggi. Tanto, si sa, a garanzia basta un cognome.

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