Seconda giornata di dibattito al senato sulla legge contro l’omofobia. La discussione è iniziata con un nuovo rush di scontri, non solo fra destre e giallorossi. Anzi, il primo attacco arriva dal presidente sei senatori renziani Davide Faraone che accusa la senatrice dem Monica Cirinnà di aver diffuso suo social il video del suo applauso all’intervento di Matteo Salvini, ieri sera in aula. «Mi scuso», replica la senatrice, «Ho sbagliato a fotografare il collega Faraone, benché questa sia ormai una pratica molto diffusa. Resta il mio giudizio politico. Ognuno è libero di applaudire, ma ognuno è libero di dare il significato politico alle singole azioni». 

SOSPENSIVA PER UN VOTO

Dopo un primo giro di interventi è stata votata la richiesta di sospensiva della legge richiesta dalla Lega e Forza Italia. Che non passa, ma per un solo voto. Sette i senatori del centrodestra di governo, assenti «non giustificati», cioè non in missione e non in congedo. Fra loro tre leghisti, di Roberto Marti, Paolo Saviane e Umberto Bossi, ormai spesso assente per motivi di salute. Azzurri non giustificati sono Niccolò Ghedini, Roberto Berardi, Giuseppe Mangialavori e Barbara Masini (favorevole alla Zan). Molte assenze anche fra le file dei pentastellati. Il senatore Ciampolillo, che fu un voto determinante per salvare il governo Conte II, è arrivato all’ultimo momento, come quella volta, con il collega  Merlo. Voto al fotofinish anche  per il ministro Stefano Patuanelli.

SESSUALITA’ CANGIANTE

La discussione riprende fra battute sessiste e nuovi scontri. Dalla «sessualità cangiante» di un senatore di Fdi, al senatore leghista Simone Pillon che spiega che il ddl Zan «è un disegno di nuova umanità»,  fino al senatore Bertoldi che avverte «che una società senza famiglia è una società senza futuro», spiegando che gli omosessuali non fanno figli. 

FORZA ITALIA HA GIA’ DETTO SI’

 La capogruppo del Pd Simona Malpezzi contesta l’idea di un testo di legge scritto senza tenere conto delle proposte delle destre di governo. «L’articolo 4 è figlio di emendamento a prima firma Costa, all’epoca di Forza Italia, l’emendamento ‘salva-idea’ voluto dal centrodestra e votato all’unanimità, ora le stesse forze che lo hanno votato dicono che è da togliere integralmente, questo oggi sembra un pretesto». 

Pallottoliere sempre più a rischio

La votazione acciuffata per un punto però mette in allarme i giallorossi. Il senatore Andrea Marcucci (Pd) invita i suoi a cercare un accordo con la Lega: «Andare avanti con il muro contro muro rischia di favorire soltanto chi non vuole la legge». La discussione riprende domani. Martedì il termine degli emendamenti. Il leghista Roberto Calderoli, maestro delle trappole in aula, al Corriere della sera annuncia che il suo partito non farà valanghe di emendamenti, come quando sceglie l’ostruzionismo. Non serve: «Questa volta non sarò una mitragliatrice», avverte, «ma un fucile di precisione, con il binocolo».

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