Il decreto rave continua a fare stare male il governo. Il testo è stato approvato oggi, 30 dicembre, in via definitiva alla Camera, ma scorrendo i tabulati ufficiali della votazione, sono 13 i deputati azzurri che non hanno partecipato al voto pur non essendo in missione, mentre gli assenti per missione sono 4.

Il presidente della commissione Affari costituzionali Nazario Pagano ha ribadito che non è un caso: «Non ho partecipato al voto non perché non condividessi tutti i contenuti del decreto», il problema, come era accaduto al Senato, è stato «la revoca della sospensione dell'attività professionale per i cosiddetti medici no vax».

In tutto le assenze nella maggioranza sono 53, di cui 30 quelle per così dire non giustificate, ovvero i deputati che non hanno votato ma non compaiono nell'elenco di quelli in missione.

Nel dettaglio, sono 9 i leghisti in missione e 9 quelli che non partecipano al voto; 9 in missione per FdI e 6 non partecipano al voto. Infine, 1 in missione e 2 non partecipano al voto tra i deputati di Noi moderati.

L’opposizione

Prima di arrivare al voto, c’è stata una prova di forza con l’opposizione. Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha annunciato in Aula l'uso dello strumento della “tagliola” o “ghigliottina” per fare decadere gli interventi e procedere immediatamente alla votazione

L’opposizione ha provato a fermare fino all’ultimo il decreto con l’ostruzionismo . Se non fosse stato convertito in legge entro la mezzanotte di oggi infatti il decreto sarebbe stato destinato a scadere. Ben 134 deputati si erano iscritti a parlare per rallentare il voto.

Le dichiarazioni sono iniziate alle 23 di ieri e sono andate avanti tutta la notte con un’unica pausa tra le 7 e le 8 di questa mattina per consentire le pulizie d’aula. Con 87 deputati che questa mattina dovevano ancora parlare e un tempo assegnato per l’intervento di dieci minuti ciascuno, fanno in tutto almeno 14 ore. Abbastanza per arrivare quasi certamente oltre alla mezzanotte e invalidare così il decreto.

La ghigliottina non è prevista dal regolamento, ma deriva da un’interpretazione della presidenza della Camera. È stata utilizzata per la prima volta nel 2014 dalla presidente della Camera Laura Boldrini, tra le polemiche dell’allora opposizione.

Le critiche dell’opposizione

Il decreto rave è particolarmente inviso all’opposizione. Nato come norma per inasprire le pene contro i raduni musicali non autorizzati, ha finito per contenere un po’ di tutto, tra cui numerose norme sulla pandemia di Covid. La più controversa è quella che riammette i medici novax nelle strutture sanitarie e che sospende la riscossione delle multe per chi non si è vaccinato.

Un’altra norma aggiunta al decreto elimina i reati contro la pubblica amministrazione dall’elenco dei cosiddetti “reati ostativi” quelli per i quali non sono previsti i benefici penitenziari, una norma contenuta nella legge “spazzacorrotti” molto cara al Movimento 5 stelle.

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