Il governo deve correre su due fronti: al Senato per l’approvazione definitiva della legge di Bilancio, con l’obiettivo di scongiurare l’esercizio provvisorio; alla Camera per convertire in legge il decreto legge cosiddetto anti rave.

Sulla prima la questione di fiducia è già stata annunciata e le opposizioni non hanno mai inteso di fare opposizione – nonostante le durissime critiche sul metodo con cui sono stati portati gli emendamenti della maggioranza – per evitare l’esercizio provvisorio.

Sul dl rave, invece, tutti i partiti di opposizione puntano alla spallata: il decreto deve essere convertito in legge entro il 30 dicembre, la discussione generale è iniziata alla Camera con quasi cento iscritti a intervenire per 30 minuti ciascuno. Risultato: la discussione generale potrebbe durare oltre due giorni.

Per evitare che il decreto salti, allora, la maggioranza sta riflettendo se porre la questione di fiducia sul voto finale.

Inoltre, la Camera ha votato sì alla richiesta della maggioranza di una chiusura anticipata della discussione generale, con l’obiettivo di neutralizzare l’ostruzionismo.

Il dibattito

Il decreto rave contiene previsioni diverse: la prima è appunto il nuovo articolo 633 bis, che introduce il reato di rave party, ma ci sono anche la riforma dell’ergastolo ostativo e le modifiche delle regole per i medici no vax.

Le opposizioni stanno attaccando in particolare la norma anti rave, in particolare il deputato di Azione, Enrico Costa, che ha sottolineato i rischi sia di intervenire con strumenti penali su questioni contingenti. «Con questo reato non si condannerà nessuno, perchè sarà necessario fare lo slalom tra i concetti di pericolo e con le condizioni di reato proprio. Tuttavia non è una norma che non serve a niente: con la pena di 6 anni si potrà disporre misura cautelare e procedere con intercettazioni. Diventerà un reato che serve a svolgere indagini preliminari», ha detto Costa.

Sulla riforma dell’ergastolo ostativo, invece, ha preso la parola il deputato ed ex magistrato antimafia, Federico Cafiero De Raho, sostenendo che la nuova legge che modifica la previsione del 4bis dell’ordinamento penitenziario «rende più conveniente al mafioso aspettare la liberazione con queste nuove regole, invece che accedere agli strumenti dei collaboratori di giustizia. Per questo, come anche indicato dalla Corte costituzionale, chiedevamo di correggere il testo».

Sul fronte dei medici no vax, che con il nuovo testo potranno tornare anticipatamente al lavoro, Forza Italia ha nuovamente fatto percepire la sua contrarietà.

Durante il voto di fiducia sul dl in Senato era stata la capogruppo Licia Ronzulli ad annunciare il suo non voto per ragioni di coscienza. Oggi è il capogruppo alla Camera, Alessandro Cattaneo, a parlare di «grandi perplessità. Senza alcun imbarazzo, siamo assolutamente convinti che sul tema dei vaccini non possano e non debbano esserci ambiguità o esitazioni. Detto questo, Forza Italia non farà mancare i suoi voti, considerando il decreto un'occasione anche per aprire il dibattito sul grande dossier della giustizia: è un primo approccio, un fischio di inizio per una riforma del sistema», ha detto a L’aria che tira, su La7.

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