L’Italia di Giorgia Meloni segue la scia di Orbàn: controllo sull’educazione, cancellazione dei diritti, scuola come strumento di repressione. Domani primo luglio in Parlamento si apriranno le audizioni sul ddl che potrebbe cambiare per sempre il modo in cui si parla di educazione sessuo-affettiva e non solo, nelle scuole italiane. In Commissione cultura alle ore 14, inizierà il suo iter la proposta di legge fortemente voluta dal ministro Giuseppe Valditara che punta a introdurre l’obbligo di autorizzazione preventiva dei genitori su attività didattiche che includano l’educazione affettiva, sessuale, o i temi del contrasto alle discriminazioni. Il titolo della proposta che accorpa tre progetti è “Disposizioni in materia di consenso informato in ambito scolastico”. La parola “consenso informato” sembra innocua, quasi tecnica, ma dietro si nasconde una strategia fredda e calcolata, orchestrata da voci che da anni tessono una trama contro il diritto di bambini e adolescenti a conoscere sé stessi, il proprio corpo, l’amore.

Chi sarà audito

Le audizioni sono momenti ufficiali in cui associazioni ed esperti vengono ascoltati dai parlamentari per raccogliere osservazioni e proposte sul testo d’esame. Sul ddl per il “consenso informato” dalla lista degli auditi si può intuire un coro di associazioni che da tempo sono tessitori di trame nella compagine di governo. Sigle che portano maschere, cambiano aspetto ma dietro le quali si nasconde un unico obiettivo: bloccare, ostacolare, cancellare qualsiasi educazione sessuo-affettiva.

Si inizia da Aldo Rocco Vitale, avvocato e intellettuale di punta della galassia anti-scelta. Presentato come membro del Centro studi Rosario Livatino, di cui il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano è stato fondatore. Vitale nel suo libro “Gender questo sconosciuto”, attacca senza mezzi termini ciò che chiama «la nuova ideologia del nostro tempo», una violenza epistemica che vuole cancellare il principio stesso di differenza tra maschio e femmina. Contrario all’aborto, per Vitale, ogni passo verso l’inclusione e la libertà di scelta è un attacco alla natura, alla famiglia, all’ordine “naturale” che deve essere salvaguardato a ogni costo.

Accanto a lui c’è Giusy D’Amico, presidente di “Non si tocca la famiglia”, la sua vicinanza al leghista Rossano Sasso, relatore del ddl, non è un dettaglio marginale, ma la linfa di una rete che ha saputo tradursi in potere concreto, è co-autrice della risoluzione parlamentare “contro il gender” approvata in Parlamento e tradotta nel ddl che domani verrà discusso.

Il 14 dicembre 2022, data simbolo di saldatura tra i mondi anti lgbt e il governo, proprio nelle stanze del ministero dell’Istruzione, Paola Frassinetti accoglieva con cortesia proprio “Non si tocca la famiglia”, che depositava una petizione per fermare «le propagande ideologiche» nelle scuole. Un incontro dove il clima di apertura e disponibilità mascherava il vero scopo: fermare con ogni mezzo la possibilità che le scuole diventino spazi di inclusione e di libera conoscenza.

Tra gli auditi c’è anche Pro-Vita & Famiglia, celata sotto la sigla Generazione Famiglia. Pro-Vita & Famiglia è infatti nata da una fusione tra ProVita Onlus e Generazione Famiglia (ex La Manif Pour Tous Italia), unione di fatto annunciata al Congresso mondiale delle famiglie di Verona del 2019. Eppure Generazione Famiglia è rimasta, una scatola vuota: il sito di riferimento infatti rimanda all’url vestilafamiglia.it una vetrina dove Pro-Vita vende i suoi gadget. Di Generazione Famiglia resta appunto la sigla, infilata nei contesti più istituzionali, come per esempio il Fonags (il Forum nazionale delle associazioni genitori della scuola).

Tra gli auditi anche Ludovico Abbaticchio, garante infanzia Puglia che ha definito come «anacronistica» la proposta di Valditara. E ancora L’Associazione nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola (Anp) che rappresenta i dirigenti scolastici, spesso portavoce delle esigenze della scuola pubblica. Il Movimento di cooperazione educativa (Mce) promuove una didattica partecipativa e democratica. il Coordinamento genitori democratici (Cgd). E il Moige. Così le audizioni di domani non sono soltanto un passaggio tecnico in una commissione parlamentare. Sono il riflesso di un conflitto profondo, uno scontro tra chi vuole aprire le scuole al mondo reale, con tutte le sue complessità, e chi vuole chiuderle in una bolla di silenzio e censura.

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