Lunedì alle 15 si è chiuso il primo turno delle elezioni amministrative. Si votava in oltre 1.100 comuni tra cui diciannove capoluoghi di provincia. Oltre ai capoluoghi di regione (Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna e Trieste), venivano eletti anche i sindaci di Benevento, Caserta, Cosenza, Grosseto, Isernia, Latina, Novara, Pordenone, Ravenna, Rimini, Salerno, Savona e Varese.

Crolla l’affluenza

Il primo dato da registrare è quello che riguarda l’affluenza. A livello nazionale la media è stata del 54,7 per cento. Alle amministrative del 2016 era stata del 61,6 per cento, quasi sette punti percentuali in più. Nelle grandi città al voto solo Bologna ha superato, di misura, il 50 per cento (51,2 per cento) ma ha fatto segnare comunque un -8 per cento rispetto a cinque anni fa. Peggio ha fatto Torino dove si è presentato il 48 per cento dei votanti contro il 57 per cento del 2016.

Prosegue il trend di costante decrescita Milano. Se nel 2011 la sfida tra Giuliano Pisapia e Letizia Moratti aveva richiamato il 67 per cento degli aventi diritto e nel 2016 quella tra Beppe Sala e Stefano Parisi il 54,6 per cento, stavolta l’asticella si è fermata al 47,7 per cento.

Stessa percentuale a Napoli, 47 per cento degli aventi diritto, contro il 54 per cento di cinque anni fa. Mentre a Roma l’affluenza è stata del 48,8 per cento (57 per cento nel 2016). Numeri che dovranno necessariamente far riflettere tutte le forze politiche.

Occhiuto vince in Calabria

Insieme alle elezioni comunali si votava anche per il rinnovo del consiglio regionale e per eleggere il nuovo presidente della Calabria. Una tornata elettorale celebrata in anticipo rispetto alla scadenza naturale della legislatura a causa della morte della presidente in carica, l’ex deputata di Forza Italia Jole Santelli, avvenuta un anno fa.

Rispettando i pronostici, Roberto Occhiuto, candidato del centrodestra e capogruppo di Forza Italia alla Camera, ha ottenuto una netta vittoria conquistando circa il 55 per cento dei voti e staccando di quasi 30 punti la sua avversaria principale, la candidata di Pd e M5s, Amalia Bruni, direttrice del Centro di neurogenetica di Lamezia Terme.

Occhiuto, come rivelato da Domani, è al centro di un’inchiesta su flussi finanziari sospetti legati a una sua società. Candidato in Calabria era anche Luigi de Magistris, già sostituto procuratore a Catanzaro, che si è fermato poco sopra il 17 per cento.

L’ex sindaco di Napoli era appoggiato da sei liste, tra cui quella promossa dall’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, condannato a 13 anni di carcere per associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La sua Un’altra Calabria è possibile si è fermata intorno al 3 per cento.

I capoluoghi di provincia

Se tra i sei capoluoghi di regione solo Trieste veniva da un’amministrazione di centrodestra, nei comuni più piccoli la situazione era invertita. Il centrodestra era la coalizione che rischiava di più, visto che tra i 19 capoluoghi di provincia otto erano governati da giunte sostenute da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia: Benevento, Cosenza, Grosseto, Isernia, Novara, Pordenone, Savona e Trieste.

In base allo scrutinio parziale, quattro di questi dovrebbero restare al centrodestra, mentre Savona dovrebbe passare al centrosinistra. La coalizione guidata da Meloni e Salvini è avanti anche a Latina, con Vincenzo Zaccheo in vantaggio sul sindaco uscente Damiano Coletta. Ad Arcore, città legata indissolubilmente a Silvio Berlusconi, è invece testa a testa tra Maurizio Bono (centrodestra) e Paola Palma (centrosinistra).

Sette capoluoghi al voto avevano un’amministrazione di centrosinistra e tre dei Cinque stelle: oltre a Milano e Bologna, dove Beppe Sala e Matteo Lepore hanno vinto già al primo turno, le roccaforti rosse di Ravenna e Rimini (che restano al centrosinistra). C’è poi Salerno, feudo del governatore campano Vincenzo De Luca, oltre a Caserta e Varese, strappate cinque anni fa al centrodestra. In queste tre città Pd e alleati sono in vantaggio, ma gli scrutini procedono a rilento.

Si è invece delineata la situazione a Trieste, il più piccolo tra i capoluoghi di regione al voto. Il candidato del centrodestra, il sindaco uscente Roberto Dipiazza, è in testa con il 46 per cento; lo segue, distanziato di quattordici punti, lo sfidante del centrosinistra Francesco Russo (al 32 per cento). I due saranno chiamati al ballottaggio fra due settimane. In terza posizione si trova Riccardo Laterza, candidato della lista civica Adesso Trieste, seguito da Ugo Rossi del movimento No-vax 3V.

 

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