I dissidenti fanno ironia sulle liste: «Vannacci? Allora candidiamo i Måneskin, che hanno più voti». Il veto su Draghi in Ue acuisce la distanza con Giorgetti, in Veneto arriva la rottura con Forza Italia
Prima il Nord, poi il Sud e infine l’Europa. Quello che doveva essere uno schema di conquista immaginato da Matteo Salvini negli anni scorsi si è oggi trasformato nella geografia della sua crisi politica. Nel giorno del consiglio federale, che ha definito il simbolo da presentare alle europee, non c’è un angolo in cui il vicepremier non sia alle prese con qualche problema. L’ultimo nodo, sia esterno che interno, riguarda l’Unione europea e il veto posto sul nome di Mario Draghi come ipotetico pr



