Per tutti è la Anas 2, la società che gestirà la rete autostradale statale a pagamento. Il nome ufficiale è Autostrade dello stato spa, ma è sempre più Lega autostrade, vista la composizione dei vertici a immagine e somiglianza di Matteo Salvini. Il leader leghista ha pescato dal suo partito per i ruoli chiave, dalla presidenza della società, affidata al lombardo Carlo Vaghi, alla guida del collegio sindacale, per cui è stato scelto il commercialista veneto Christian Schiavon.

La novità di Autostrade dello stato è stata licenziata dall’ultimo Consiglio dei ministri dopo una lunga valutazione sulle suddivisioni dei compiti con Anas, che continuerà a gestire le autostrade non a pagamento. E, come per molte altre controllate, gli appetiti dei partiti sono forti. Specie di chi ha orchestrato l’operazione.

Le mani della Lega sono arrivate da due parti, dal ministero dell’Economia di Giancarlo Giorgetti, titolare delle quote, e dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti di Salvini che sulla spa esercita il controllo. Il partito, nei fatti, muove le leve dell’apparato, anche se ha fatto qualche concessione agli alleati in termini di poltrone.

L’anti Toninelli

Nella bozza del decreto, il ruolo di presidente della società (con una remunerazione base di 40mila euro lordi all’anno secondo lo statuto) è affidato a Vaghi, docente di fiducia della Lega. Per alcuni è «il professore leghista», quando si parla di infrastrutture. E del resto nel suo curriculum politico spicca l’esperienza da consigliere comunale prima, e assessore poi, a Bollate (Milano), in quota Lega ovviamente.

Nel 2021 Vaghi è anche stato nominato responsabile Infrastrutture in Lombardia, dal segretario regionale, Massimo Cecchetti, emanazione del leader. Un ruolo più simbolico che pratico, ma comunque indicativo della considerazione nei suoi confronti.

Il nome dell’esperto di infrastrutture è salito alla ribalta soprattutto nel 2019, quando è stato convocato da Salvini come anti Toninelli per smontare l’analisi costi-benefici elaborata dai tecnici dell’allora ministro del Movimento 5 stelle, durante il primo governo di Giuseppe Conte. Vaghi ha portato a termine la missione, facendo a pezzi le valutazioni dei grillini.

Da allora è sempre rimasto nell’orbita salviniana, ovviamente con una ramificazione di incarichi legati alle sue competenze. L’indicazione al vertice di Autostrade dello stato rafforza il sodalizio con il ministro. Un passaggio significativo in vista del congresso regionale in Lombardia, dove Cecchetti, l’uomo di Salvini, cercherà la conferma contro l’attuale capogruppo al Senato, Massimiliano Romeo, che a sua volta ambisce a un cambio della guardia ai vertici del partito locale.

Treviso in autostrada

Ma Vaghi non è l’unico nome proveniente dalla galassia leghista. Altrettanto connotato politicamente è il profilo di Christian Schiavon, chiamato a presiedere il collegio sindacale per un compenso annuo di 30mila euro. Dopo essere stato assessore al Bilancio al comune di Treviso, è oggi capogruppo della Lega in consiglio comunale, contraddistinguendosi per le sue battaglie sui migranti con mani più libere rispetto all’incarico in giunta. Anche in questo caso è storico il suo legame con il partito: nel 2014 era stato segretario di una sezione trevigiana, roccaforte di Schiavon.

A completare il cerchio di nomine politiche c’è il campano di Gragnano (Napoli) Antonio Paravia, ex senatore di Alleanza nazionale e Popolo delle libertà dal 2008 al 2013, che figura come sindaco effettivo (20mila euro annui) del collegio della società. L’ultima esperienza politica di rilievo è stata la candidatura nell’allora neonato partito di Fratelli d’Italia alla Camera per le politiche del 2013. Paravia non ce l’ha fatta a entrare a Montecitorio per la sua terza legislatura. Da allora è uscito dai radar e il suo nome è tornato negli ultimi giorni.

Non ha invece una palese appartenenza l’amministratore delegato indicato di Autostrade dello stato, Vito Cozzoli, ex numero uno di Sport e salute, defenestrato per volere di Giorgia e Arianna Meloni, intenzionate a piazzare l’amico imprenditore Marco Mezzaroma come presidente della società cassaforte dello sport. Cozzoli eredita le origini del dirigente “voluto da Luigi Di Maio”, ma con gli anni ha saputo costruire una rete di relazioni nell’ambito della Lega, arrivando appunto a Salvini.

E il leader leghista è specialista in operazioni del genere: con nonchalance nella società Ponte sullo Stretto figura Giacomo Francesco Saccomanno, commissario della Lega in Calabria. Un doppio ruolo tecnico e politico. A riporto del leader e ministro Salvini.

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