Silenziosa e ieratica a fianco di Silvio Berlusconi, in pochi conoscono la voce di Marta Fascina. Di lei esiste una sola intervista ufficiale, rilasciata a Libero nel settembre 2022 per scagliarsi contro le «ingrate» passate al terzo polo, Maria Stella Gelmini e Mara Carfagna. 

Nonostante sia alla Camera da due legislature, i suoi interventi d’aula si contano sulle dita di una mano: proporzionali al numero di assenze che, nella passata legislatura, hanno sfiorato il 75 per cento. Anche in questa legislatura non è assidua frequentatrice dell’aula di Montecitorio.

Quando c’è, però, arriva scortata dai giovani deputati del suo cerchio ristretto: inavvicinabile ai giornalisti e anche ai questuanti che sperano di far arrivare le loro richieste ad Arcore. Di lei si conosce appena un poco meglio la penna: da deputata ed editorialista del Giornale (accolta con molti mal di pancia interni tra il 2018 e il 2020) ha portato avanti la sua crociata contro i grillini, all’epoca sempre pronti ad attaccare il Cavaliere. 

Tutti nel 2020 pensavano che la nuova fiamma di Berlusconi sarebbe rimasta «un passo indietro», come confidavano i parlamentari all’epoca, stanchi delle incursioni nel dibattito politico della fidanzata di allora Francesca Pascale, soprattutto contro Matteo Salvini.

Invece, appena due anni sono bastati a Fascina – con l’accento sulla i – per lanciare la sua opa su Forza Italia, passando da fidanzata ufficiale e assenteista in parlamento a moglie morganatica che detta legge sui gruppi.

le origini

Nata a Melito di Porto Salvo, in Calabria, nel 1990, Fascina è cresciuta a Portici e trasferita a Roma per studiare lettere alla Sapienza. La sua rotta di avvicinamento al cerchio magico di Berlusconi è iniziata nel 2013, entrando nel Partito delle Libertà, per poi trasferirsi a Milano ed entrare nell’ufficio stampa del Milan. È attraverso Antonio Galliani che Fascina viene introdotta nella cerchia ristretta del Cavaliere, che in quegli anni era ancora legato sentimentalmente a un’altra napoletana, Francesca Pascale. A portarla definitivamente ad Arcore, però, è stata l’attuale capogruppo al Senato e ormai ex fedelissima del Cav, Licia Ronzulli, di cui Fascina è stata una sorta di assistente.

Eletta alla Camera in un posto blindato in Campania nel 2018 - facendo saltare l’elezione di Nunzia De Girolamo - la futura fidanzata avrebbe iniziato a pernottare a villa San Martino poco dopo la sua elezione, come dovette confermare la stessa Pascale in un’intervista a Novella 2000 spiegando che era «per ragioni di lavoro». Invece, nel 2020 Fascina ha preso ufficialmente il posto di Pascale e, tre anni, dopo ha estromesso anche la sua ex mentore Ronzulli. 

La trappola è scattata la settimana scorsa: sua, infatti, è stata l’iniziativa di raccogliere le firme per dimissionare il capogruppo alla Camera Alessandro Cattaneo. Suo anche l’inusuale comunicato stampa che ha sancito il turnover anche ai vertici del partito, togliendo a Ronzulli il coordinamento della Lombardia.

La sua rete

Fascina si è ritagliata il posto di esclusiva tutrice degli interessi del Cavaliere, forte anche dell’appoggio dei figli Marina e Piersilvio. Tensione c’è stata solo quando il Cavaliere si era quasi convinto a convolare a nozze ufficiali, rendendola così erede di un terzo della sua fortuna. Invece, si è trovato l’equilibrio del “matrimonio simbolico”, che ha fatto sogghignare molti. Un errore, perchè è stato l’atto che ne ha sancito l’inamovibilità a fianco di Berlusconi. 

Da Arcore, Fascina si è costruita intorno una rete di fedelissimi, che lei ha garnatito con posti sicuri in parlamento e al governo. Tutti suoi coetanei o poco più grandi – tra i 35 e i quarant’anni -, tutti provenienti da territori che lei conosce. Del gruppo, il più fedele è Tullio Ferrante. Avvocato trentaquattenne campano alla prima legislatura, le rispettive madri erano amiche e i due sono stati anche compagni di scuola.

Proprio in forza di questo rapporto amicale, Ferrante ha ottenuto un posto come sottosegretario ai Trasporti nella delicata casella controllata dalla Lega e un invito costante alle cene con la coppia Berlusconi. Uno scranno in “quota Fascina” è toccato anche a Matteo Perego di Cremnago, imprenditore milanese quarantenne che è stato suo compagno in commissione Difesa e ora ne è sottosegretario.

Sempre lombarda è la coppia che spesso la accompagna alla Camera, formata da Stefano Benigni e Alessandro Sorte, il quale ha anche ottenuto il prestigioso posto di coordinatore della Lombardia, sostituendo nientemeno che Ronzulli.

Fedelissime sono anche le due sottosegretarie: la messinese Matilde Siracusano e Maria Tripodi, originaria dello stesso paese calabrese di nascita di Fascina, ex deputata non rieletta che però ha trovato posto al ministero degli Esteri.

L’influenza di Fascina è quasi totale alla Camera e un po’ più flebile tra i vecchi notabili del partito del Senato, dove il vero punto di contatto rimane il vicepremier, Antonio Tajani. Tuttavia, tutti hanno registrato il nuovo corso e si sono adeguati.

Dopo Mariarosaria Rossi e Licia Ronzulli, ora è Fascina la plenipotenziaria del partito e soprattutto dell’agenda del Cavaliere. La linea è chiara: basta attacchi a Giorgia Meloni e al governo, pena la chiusura dei cancelli di Arcore.

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