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Berlusconi è tornato a occuparsi del partito e tenta di sedare lo scontro interno, almeno fino al voto per il Colle. Carfagna, Brunetta e Gelmini non mollano però: 50 parlamentari sarebbero con loro per lasciare il sovranismo.
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Per gli ortodossi di Tajani, i parlamentari frondisti non sono più di dieci, ma Berlusconi sa che i potenziali nemici vanno tenuti vicini, sopratutto quando si trovano in posti strategici come i ministeri.
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La ricetta per andare avanti è fatta di realismo e ritorno alle buone maniere: riunioni ogni dieci giorni, raccordo costante sia con i ministri leghisti che con Berlusconi, che ha ripreso a frequentare la sua residenza romana e soprattutto a mettere intorno al suo tavolo per cena i maggiorenti del partito.
Dopo la tempesta, anche in Forza Italia è arrivata la calma. Lo scontro tra i ministri – Mariastella Gelmini, Mara Carfagna e Renato Brunetta – e la maggioranza del partito è stato durissimo e tutti sanno che lascerà strascichi, Silvio Berlusconi per primo. Ora, però, bisogna andare oltre. «Una modalità per proseguire va trovata, parlandosi», sintetizza un importante esponente della linea ortodossa. «Almeno fino a febbraio», aggiunge. Realisticamente, infatti, non si può sperare di fissare



