Il ministero della Difesa ha deciso di tornare ad aprire il dossier dell’uranio impoverito e delle possibili conseguenze sulla salute dei militari. Il ministro Guido Crosetto, infatti, ha fatto sapere di avere disposto la costituzione di una commissione speciale indipendente che se ne occuperà e membri – quasi tutti esterni al mondo della difesa – dovranno «dissipare dubbi, opacità e polemiche». Perché «per me non esistono tabù», ha dichiarato Crosetto.

L’iniziativa, però, non appare casuale per tempismo e indirettamente si collega con il generale Roberto Vannacci, che tante polemiche a suscitato sia dentro il centrodestra che nel mondo militare. Secondo alcuni sostenitori del generale – sia sui giornali della destra che con il comunista Marco Rizzo – Vannacci sarebbe stato messo ai margini dell’esercito per aver sostenuto le denunce sulla presenza di casi tra i militari italiani di ammalati per esposizione all’uranio impoverito.

La commissione, quindi, potrebbe essere il modo per cancellare definitivamente qualsiasi alone di martire per Vannacci. «Se il ministro ha reputato opportuno questo provvedimento condivido la sua attività», ha commentato il generale, che proprio ieri ha presentato a Roma per la prima volta il suo libro Il mondo al contrario.

L’iniziativa di Crosetto, anche se autonoma, potrebbe essere ben vista anche dal Quirinale, che è anche vertice del Consiglio supremo di difesa. Proprio nei giorni più caldi della polemica su Vannacci, la stampa di destra aveva chiamato in causa Sergio Mattarella, ricordando che durante il suo mandato da ministro della Difesa era più volte dovuto intervenire proprio sulla questione delle malattie ai militari e la loro correlazione con le munizioni all’uranio impoverito usate durante la guerra in Kosovo. Istituire una commissione dovrebbe contribuire a fare ulteriore chiarezza sulla questione dell’uranio impoverito, smentendo così imbarazzi da parte dei vertici dello Stato.

In questo modo, Crosetto fortifica il suo legame con il Colle, tanto più importante quanto più il ministro si trova isolato rispetto a al suo partito, almeno sulla questione Vannacci. La stessa presentazione di ieri, infatti, è stata una dimostrazione di apertura culturale al generale da parte della galassia più a destra, nonostante la distanza istituzionale presa da Crosetto.

Vannacci a Roma

In attesa di capire se il generale sarà una meteora. Intanto, anche se la sala della presentazione del suo libro si è riempita lentamente, alla fine tutti i cento posti sono stati occupati. Un pubblico di mezza età, qualche militare mimetizzato tra il pubblico ma con una spilla all’occhiello della giacca a tradirlo, alcuni arrivati per la proverbiale curiosità rispetto al caso editoriale del momento, altri folgorati dal generale e fieri elettori di destra. Qualcuno con il libro sotto braccio appena acquistato allo stand all’ingresso, la maggior parte armata di cellulare per chiedere un selfie.

Alla presentazione, organizzata dal think tank di destra Nazione Futura di Francesco Giubilei, però, ha spiccato soprattutto la quantità di telecamere presenti. Intanto, Vannacci si gode il successo sorridendo in camera e ha ripetuto che intende continuare a «fare il soldato» anche se «non chiudo le porte a nulla». Del suo mestiere porta ancora con sé uno zaino militare color sabbia, ma parla già da politico: «Se fosse vero che il mio libro istiga l’odio, sarei di fronte a un giudice» e «so che la maggioranza dei cittadini si riconosce nelle mie idee». Nessuno che faccia già la politica di mestiere, invece, si è fatto vedere e nemmeno era atteso anche se il corteggiamento continua.

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