La quadra è stata trovata. Il Movimento 5 stelle punta su un’istanza di revoca per uscire dall’impasse legale in cui si è trovato dopo l’ordinanza del tribunale di Napoli. Beppe Grillo e Giuseppe Conte hanno annunciato la decisione suggerita dai due team di legali ieri in tarda serata: «È stata una riunione antibiotica, abbiamo ripristinato il sistema immunitario del M5s» ha detto il fondatore alla fine dell’incontro durato oltre due ore. Non è però detto che la lettura dei legali del Movimento rispetto al quorum regga.

Secondo i legali «le delibere sono valide alla luce del regolamento del 2018». Insomma, le votazioni sullo statuto e sulla presidenza a Conte sarebbero valide perché era il regolamento precedente, ancora valido, a imporre l’esclusione di un terzo degli attivisti, quelli iscritti al Movimento da meno di sei mesi.

Il tribunale aveva giudicato inopportuna proprio l’esclusione e il conseguente non raggiungimento del quorum. Una soluzione che elimina anche quella prospettiva che Conte voleva a tutti i costi evitare, cioè il ritorno delle votazioni dei Cinque stelle sotto il cappello di Rousseau. Quello sarebbe stato un importante passo indietro, simbolico e politico, che avrebbe reso la situazione ancora più intricata. 

Non è però scontato che la soluzione possa reggere: secondo gli esperti, il raggiungimento del quorum prescinde dalla regola che vieta il voto agli iscritti da meno di sei mesi. Inoltre, non viene aggiunto dai legali nessun «fatto nuovo», come si dice in gergo: le questioni erano tutte già note.

Gli scontri interni

A questo punto, Grillo ha una ragionevole speranza di potersi lasciare alle spalle le responsabilità economiche e legali che la sospensione gli aveva fatto piovere in testa, ma la soluzione della controversia legale lascia sul tavolo lo scontro tra i due leader interni.

Grillo nei suoi incontri “bilaterali” con i maggiorenti ha fatto intendere che vuole che si ristabilisca l’unità del partito. Non sarà facile se adesso sfuma la possibilità di rinegoziare gli equilibri interni che era circolata nel pomeriggio di ieri ed era piaciuta molto ai dimaiani, che speravano di poter ottenere qualcosa dalla soluzione dello stallo. 

Resta da vedere come deciderà di muoversi Lorenzo Borrè: l’avvocato dei ricorsisti napoletani finora ha vinto tutte le cause contro il Movimento e aspetta solo di vedere cosa scriveranno i legali dei Cinque stelle, ma è già scettico sull’ammissibilità dell’istanza: insomma, la guerra legale del M5s potrebbe non finire qui. 

Intanto, sembra già risolto il piccolo caso scoppiato ieri sera, quando all’uscita del ristorante dove sono andati a cena dopo aver trovato l’accordo dal notaio, Grillo si è rivolto con una battuta a Conte: «Adesso iscritivi al Movimento però», frase che Conte ha raccolto rispondendo «Sto in fila...». 

Conte, secondo le comunicazioni del partito, si era iscritto l’estate scorsa, prima della votazione sulla sua presidenza e il suo statuto. Oggi le fonti di partito confermano all’agenzia AdnKronos questa versione: «Era solo una gag. Conte è regolarmente iscritto al Movimento 5 Stelle. Solo con l'iscrizione sarebbe potuto diventare presidente del Movimento». 

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