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Il fallimento del terzo polo è tutta opera di Carlo Calenda

LaPresse
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  • Dopo il pessimo risultato alle regionali di Lombardia e Lazio, nel cosiddetto terzo polo formato da Italia Viva e Azione è il momento dell’esame di coscienza e della resa dei conti.
  • Il leader di Azione Carlo Calenda ha scelto candidature e strategie, ma il voto e l’astensionismo lo hanno punito e il suo partito esce demoralizzato.
  • Dentro Italia Viva, invece, si festeggia l’elezione di due consiglieri regionali in Lombardia su tre e uno schiaffo all’alleato che ribilancerà i rapporti interni all’alleanza.

Dopo il pessimo risultato alle regionali di Lombardia e Lazio, nel cosiddetto terzo polo formato da Italia Viva e Azione è il momento dell’esame di coscienza e della resa dei conti. Il nervosismo è palpabile. Nella sua prima intervista a caldo, pubblicata ieri dal Corriere della Sera, Calenda si lascia andare: hanno sbagliato gli elettori «non ho timore a dirlo», dice. Ma intanto si dimette Niccolò Carretta, il segretario di Azione nella ricca e operosa Lombardia, che aveva mal tollerato l’im

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