C’è chi pubblica contenuti sui valori cristiani. Chi lo utilizza solo per comunicazioni istituzionali o per riprendere uscite fatte su altri media. Chi riceve in continuazione rutti e chi esordisce citando Gli anni degli 883.

La prossima settimana Threads festeggerà il suo secondo mese in Italia. Ma i nostri politici sembrano avere ancora le idee confuse sull’utilizzo del social media lanciato da Meta con lo scopo di dare una nuova casa agli utenti delusi dal nuovo corso del fu Twitter, oggi X.

«Non è una novità. Nel corso degli anni la politica ha spesso subito le novità social piuttosto che guidarle. E Threads non sembra essere un’eccezione», spiega Pietro Raffa, amministratore delegato di MR & Associati, azienda di consulenza nel settore della comunicazione che ha analizzato, in un report finora inedito, i numeri dei politici italiani nelle prime tre settimane di vita della nuova piattaforma.

La classifica

Guardando ai numeri la situazione su Threads riflette quella su Instagram e, in parte, quella delineata dai sondaggi politici: la più seguita è la presidente di FdI Giorgia Meloni con 223mila follower, secondo il segretario leghista Matteo Salvini (175mila) inseguito a breve distanza dal leader del M5s, Giuseppe Conte (171mila). Fuori dal podio, con un distacco considerevole, la segretaria del Pd Elly Schlein, seguita da 61mila persone.

A dividere i politici italiani su Threads non sono solo i follower ma anche le strategie comunicative. Nelle sue prime tre settimane su Threads la premier ha pubblicato solo sei post, tutti identici a quelli condivisi su X, su temi caldi, ma istituzionali, come ad esempio l’anniversario del tricolore.

Simile la scelta comunicativa di Conte: il leader del Movimento, che un tempo si rifiutava di andare nei talk show, utilizza Threads solo per riprendere i suoi interventi mediatici. Una scelta che fra l’altro ha fatto calare di molto l’engagement, ovvero le reazioni e i commenti ai post.

Di tutt’altro tipo la strategia di Salvini, che ha deciso di utilizzare il social non solo per riprendere alcuni contenuti già presenti su X, ma anche per pubblicare post più informali, usando le note audio, una delle innovazioni più interessanti del nuovo social. Le stesse note sonore, però, sono anche un problema per il vicepremier che si ritrova spesso il profilo pieno di messaggi contenenti rutti e sciacquoni del water. Tanto che lo stesso Salvini ha postato una nota audio in cui chiede ai suoi hater: «Che problemi avete?».

Schlein ha invece seguito una strada a metà: dopo aver esordito con un post audio che strizzava l’occhio al nazionalpopolare, «Stessa storia, stesso posto, stesso bar. Da oggi ci troviamo anche qui!», ha iniziato a pubblicare perlopiù contenuti seri di attualità e poco personalizzati con una media di due post a settimana.

Chi invece è molto attivo, anche se con risultati non troppo esaltanti, è il leader di Forza Italia e vicepremier Antonio Tajani che posta cinque volte alla settimana contenuti istituzionali e card di orgoglio nazionale e cristiano. I follower sono però pochi (settemila) e i commenti perlopiù negativi.

Assenti illustri

«I vantaggi di Threads sono diversi: innanzitutto, essendo presente nel circuito Meta, permette una maggiore interconnessione con le fan base già presenti sulle altre piattaforme come Instagram. Inoltre la disintermediazione favorisce un uso più ironico e diretto della piattaforma, che può portare a un rapporto più stretto coi propri follower. Si tratta di un’arma a doppio taglio come si vede nel caso di audio negativi sotto alcuni profili», spiega Raffa.

Certo, ci vuole comunque tempo per conoscere e capire appieno come utilizzare il nuovo social. Forse è anche per questo che, guardando fuori dall’Italia, sono molti i leader europei che non sono ancora sbarcati su Threads: non sono presenti né il cancelliere tedesco Olaf Scholz né il presidente francese Emmanuel Macron. Mentre il premier spagnolo Pedro Sánchez ha un account, ma finora non ha postato nulla.

Anche i leader dell’Unione europea, come la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, sono assenti. Scelte su cui potrebbero aver influito le tensioni tra Meta e l’Unione degli ultimi mesi.

Queste assenze rumorose potrebbero però anche essere dovute alla stanchezza dei politici e dei loro staff verso l’ennesimo nuovo social da utilizzare.

«Sicuramente oggi il mondo social è in una fase complicata. Le piattaforme sono diverse e tutte richiedono un modo di comunicare specifico», dice Raffa convinto che la diversità delle piattaforme sia in realtà un punto di forza perché «permette di far arrivare lo stesso messaggio politico in maniera più efficace a diversi tipi di utenti e quindi di potenziali elettori».

L’invito dell’ad di MR & Associati ai politici su Threads è di riscoprire l’orizzontalità: «Chi è sui social ha spesso voglia di una comunicazione nuova e più mirata. Oggi però i politici utilizzano queste piattaforme come tribune elettorali senza un vero confronto con la loro community. Ed è un peccato perché la partecipazione in politica è fondamentale. Threads potrebbe essere utile per riscoprirla».

© Riproduzione riservata