Italia

L’emergenza senza emergenza. Sui migranti il governo reinterpreta le leggi

  • La dichiarazione dello stato di emergenza per i migranti solleva molti dubbi. Il rischio è che tale stato possa oggi essere strumentalizzato, come lo è stato in alcune fasi della pandemia.
  • Alcune decisioni – dall’esclusione dei richiedenti asilo dal sistema di accoglienza alla restrizione della protezione speciale – così come l’eventuale riduzione dei tempi per il riconoscimento dei richiedenti asilo, rischiano di incidere sui loro diritti. Di recente l’Italia è stata condannata per violazioni avvenute nell’hotspot di Lampedusa nel 2017.
  • Il ministro dell’Interno ha affermato che non c’è un’emergenza migranti e che tale stato è solo una «formula tecnica». Ma se non c’è emergenza, manca la base di fatto che giustifica lo stato eccezionale di diritto. L’affermazione del ministro appare molto grave.

Lo scorso 11 aprile il Consiglio dei ministri ha deliberato lo stato di emergenza, della durata di sei mesi, «in relazione al forte incremento dei flussi migratori verso l’Italia», al «sovraffollamento nei centri di prima accoglienza e, in particolare, presso l’hotspot di Lampedusa, e alle previsioni di un ulteriore incremento delle partenze nei prossimi mesi». Lo stato di emergenza più noto agli italiani è quello deliberato all’inizio del 2020, con l’insorgere della pandemia da Covid-19. Ma

Per continuare a leggere questo articolo