- Vertice fra il segretario Pd, Conte e Speranza. I grillini chiedono che il premier rimanga a palazzo Chigi. Poi a sera la svolta del presidente: «Noi non poniamo veti».
- Il segretario Pd ai chi lo interroga: «Diremo no a Berlusconi ma certo non potremmo votare Pera, Casellati o Moratti», si torna alla casella iniziale. Cioè Draghi.
- Intanto Berlusconi rallenta e resta a Milano. Il vertice del centrodestra è rimandato, forse si terrà domani. Si riunisce invece lo stato maggiore di Fratelli d’Italia. C’è chi spiega: «Siamo tutti d’accordo per un no al secondo mandato di Mattarella».
«Vedi Enrico, vedi Roberto, tutte le ipotesi restano aperte, ma il fatto è che nel movimento ci sono problemi, una parte dei parlamentari non sarebbe, diciamo, entusiasta di votare Draghi». Al vertice dei leader giallorossi, il padrone di casa Giuseppe Conte – questa volta si fa a casa sua, al centro di Roma, per seminare i cronisti, ma la missione fallisce – non può non dichiarare le difficoltà dei suoi a tenere aperte, come dice Enrico Letta, «tutte le ipotesi, senza bruciarne nessuna». So



