La premier Giorgia Meloni sceglie la strada del vittimismo e attacca i giornali.

In difficoltà sia nella gestione del caso dell’anarchico Alfredo Cospito in sciopero della fame che della polemica sul suo fedelissimo Giovanni Donzelli, ha tuttavia scelto di mantenere la posizione e difendere i suoi uomini.

Ieri, in una lettera al Corriere della Sera, ha chiesto a tutti – opposizone, giornalisti e anche al suo partito – di abbassare i toni. 

Tuttavia la prima a non abbassare i toni è stata lei. Nella lettera, infatti, ha esplicitamente confermato l’accusa di Donzelli all’opposizione: di essere complice del terrorismo perchè alcuni esponenti dem sono andati in carcere a trovare Cospito.

La chat

Subito dopo, è filtrato su Twitter, pubblicato dal giornalista del Fatto Quotidiano, Giacomo Salvini, un messaggio di Meloni dalle chat di Fratelli d’Italia su whatsapp: «Le auto incendiate, i manifesti che additano presunti “assassini” di Cospito all’università, le minacce di morte, gente messa sotto scorta, e dall’altra parte chi finge di non vedere e anzi giustifica (leggevo un lunare articolo nel quale si sostiene che inventiamo pericoli finiti per poi imporre scelte di limitazione della libertà) o soffia direttamente sul fuoco (vedi alcuni titoli del “Domani”)».

Poi conclude dicendo che «dalle risposte al mio appello credo che l’opposizione preferisca continuare ad alimentare la polemica. Vedremo, ma comunque vada vi invito a non partecipare».

Secondo Meloni, dunque, colpa dell’attuale situazione è delle opposizioni che hanno visitato Cospito in carcere e dei quotidiani che raccontano ciò che succede.

La querela

In questi ultimi giorni i rapporti con la stampa sono stati burrascosi. Anche a Berlino, dove era in visita ufficiale, ha rifiutato di rispondere alla domanda di un giornalista che le chiedeva del caso Cospito.

Quanto al nostro quotidiano, Meloni ha querelato il vicedirettore Emiliano Fittipaldi e Domani per un articolo di inchiesta sulle mascherine durante il covid.

All’epoca era leader dell’opposizione, oggi da presidente del Consiglio ha rivendicato di non voler ritirare la querela.

Gli alleati si smarcano

Intanto, anche la maggioranza sta mostrando le prime crepe. Il vicepremier Antonio Tajani, infatti, ha indirettamente risposto a Meloni dicendo che «il caso Donzelli-Delmastro debba essere chiuso. C'è un gran giurì alla Camera che dovrà decidere se ci sono stati comportamenti errati o meno. L'invito ad abbassare i toni deve essere accolto da tutti. Noi di FI non abbiamo mai alzato i toni».

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