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Tutto quello che non torna nella nuova norma su rave e raduni

LaPresse
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  • La nuova norma sui raduni, non solo rave party, solleva molti dubbi per l’imprecisione definitoria e l’eccessiva discrezionalità demandata all’autorità pubblica che dovrà applicarla.
  • La vaghezza della disposizione fa sì che la fattispecie di reato sia suscettibile di essere riempita a seconda del contesto e della sensibilità di chi la applica. In questi casi la discrezionalità rischia di tradursi in arbitrio.
  • Una serie di disposizioni già consentiva l’intervento in caso di rave party, e non solo. Il fatto che in passato esse non siano state usate è un buon motivo per emanarne altre, che si sovrappongono a quelle precedenti, creando confusione, cioè l’opposto della semplificazione promessa da Meloni?

Da tempo, per ogni evento reputato rilevante dal governo di turno si assiste al fiorire di norme restrittive, non sufficientemente accurate e poco attente al bilanciamento degli interessi coinvolti. L’esecutivo di Giorgia Meloni non fa eccezione. Ritiene che i rave party siano un’emergenza per il paese? Interviene con disposizioni di carattere penale contenute in un decreto-legge. Che poi i rave party non siano un’emergenza, che le norme siano scritte male e applicabili non solo ai rave par

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