Se il 2020 è stato la Tragedia e il 2021 l'inevitabile successiva Farsa, cosa possiamo aspettarci dal 2022 se non la Parodia? Abbiamo appena trascorso un Capodanno incupito da Omicron, la variante che sembra uscita dal brogliaccio di un qualche intellettuale del Novecento pieno di angosce esistenziali e poi pubblicato postumo tanto da Adelphi quanto da Urania: se siamo tutti positivi allora non è positivo nessuno? Se non vengo mai tracciato, esisto davvero?

Se sospetto di essere positivo ma non posso provarlo (perché i tamponi sono finiti, perché il medico è impegnato su TikTok, perché ho sintomi riconducibili tanto al raffreddore quanto alla colite, perché ho dei capitoni da friggere) sono un potenziale stragista o solo un altro ammalato di FOMO, della paura di sentirmi tagliato fuori dall'evento storico tanto di moda? Tre ore davanti alla farmacia insieme a duecento persone valgono come contatto stretto?

Ho forse inconsciamente scelto di positivizzarmi qui in fila sul marciapiede perché ho la Sindrome del Sopravvissuto o quella dell'Impostore? Era meglio isolarsi in casa e basta, anche se viviamo in quattro in un bilocale?

La nuova norma che evita la quarantena agli asintomatici ma gli impone l'auto-sorveglianza potrà mai funzionare in un paese di mitomani che si compilano la propria voce su Wikipedia da soli? E se decreti e circolari si contraddicono, a chi bisognerà credere? La risposta, come il vaccino, è dentro di me epperò è sbagliata?

Ci servirebbe un booster ontologico che rafforzi il principio di realtà, ma nel frattempo cerchiamo di capire cosa ci porterà questo nuovo anno sicuramente ricco di ulteriori belle sorprese.

Berlusconi presidente

LaPresse

La prima, che certificherebbe il 2022 come anno ufficiale della Parodia, è l'elezione di Silvio Berlusconi a presidente della Repubblica. Del resto Silvio è sempre stato l'italiano meno auto-sorvegliato di sempre, quindi chi si stupirebbe se ce la facesse davvero?

È dai tempi della discesa in campo che Berlusconi è la variante di sé stesso, ti sembra sempre di averlo appiattito ma lui resta lì, pronto alla mutazione, a bucare gli appelli e i presìdi e a infiammare focolai di rinnovato entusiasmo anche tra i plurivaccinati contro la cafonaggine e la faccia di bronzo.

Il picco dei contagi omicron è previsto proprio nei giorni in cui si procederà alle votazioni, e questo renderà ancora più difficile distinguere tra i positivi effettivi e chi invece accuserà nausea, diarrea e nebbia mentale solo perché il Cavaliere l'ha sfangata alla grande anche stavolta.

Enrico Letta ha già diramato il suo vibrante altolà, quindi direi che è fatta: il prossimo discorso di fine anno del presidente sarà il primo al mondo con l'accompagnamento al piano bar (il sogno del Mattarella-bis è svanito definitivamente a reti unificate la sera del 31: un bellissimo messaggio alla nazione, ma recitato praticamente già in piedi davanti all'ascensore, col trolley fuori campo).

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante il discorso di fine anno (Fonte: Quirinale)

Certo, ci sarebbe anche l'ipotesi Draghi, che pure si è definito “un nonno”, ma speriamo lo abbia fatto solo per venire incontro alla leziosaggine che l'elettore contemporaneo si aspetta dai suoi rappresentanti, non perché sia impazzito e abbia deciso di “comunicare” come un assistito di Rocco Casalino nella speranza di diventare il successore di Mattarella.

No, Draghi ci serve vivo, meglio che resti dov'è almeno fino alla prossima pandemia. Restano come al solito in ballo le ipotesi Amato e Casini, due nomi evocati sempre e solo in questa occasione e poi totalmente dimenticati il resto del tempo, come il curling alle Olimpiadi invernali o Roberto Vecchioni al Nobel per la letteratura. Poiché siamo moderni, anche l'ipotesi “una donna” sembra prendere quota. Come a Le Iene o a Sanremo, dove “una donna” è sempre molto brava e spigliata a presentare e infatti viene sostituita a ogni puntata perché comunque ci vogliono sempre almeno quattro o cinque “una donna” per fare un Mattarella o un Amadeus.

Sanremo

LaPresse GRM FOTO/RASERO GUBERTI

A proposito di Amadeus, e di Sanremo 2022: è ovvio che i nuovi provvedimenti più laschi per le quarantene siano stati spinti soprattutto per preservare l'equilibrio mentale del presentatore e della probabile spalla Fiorello, che non avrebbero retto a un'altra kermesse senza pubblico all'Ariston e alla scaletta stravolta dal cantante isolato in hotel perché il suo parrucchiere ha tossito.

Ci aspetta quindi finalmente un festival come una volta, e per ribadirlo hanno deciso di far gareggiare Gianni Morandi contro Massimo Ranieri, due nomi che potrebbero vincere anche solo restando in piedi sul palco a bocca chiusa, ma che in caso di sconfitta sarebbero sicuramente più spendibili di Amato e Casini per quell'altra competizione, lì a Roma, quindi ci farei un pensiero.

LaPresse

Amato e Casini – se parlano le lingue – potremmo tutt'al più mandarli a condurre l'Eurovision che nel 2022 torna finalmente in Italia, e sarebbe anche un modo insolitamente creativo e spiazzante da parte della Rai per vendicarsi di Alessandro Cattelan e di tutti quei soldi buttati per Da Grande.

Sarà comunque il Sanremo della rinascita e della ripartenza (come quello dell'anno scorso, che infatti ha portato benissimo), con ascolti record e la conferma del talento di “una donna” n.3, straordinaria nel suo spiritoso ma profondo monologo sulle quote rose e splendida in Armani Privé.

E il covid? Che farà nel 2022 il covid? Dopo un sorprendente esordio di grande forza (Alfa, 2020) - che conteneva i successi Lambda e Mu - e una seconda prova persino più matura e potente (Delta, 2021), il virus ha deciso di bruciare le tappe con una terza uscita troppo frettolosa (Omicron, 2021), forse più virale delle precedenti ma decisamente troppo commerciale, che rischia seriamente di minare la sua credibilità artistica. Insomma era più intrigante quando era indie e suonava nelle Rsa.

Per il 2022 si prevede un lento declino, magari qualche piccolo tour nei paesi dell'Est dove conta ancora molti fan, magari un featuring con Povia, ma per il resto se ne riparla tra quindici anni, quando verrà probabilmente riscoperto e tornerà in auge tra le nuove generazioni.

Calcio e Olimpiadi

Il 2022 sarà anche un grande anno per lo sport, con le Olimpiadi invernali in Cina e i Mondiali di calcio in Qatar, due paesi amatissimi dal resto del pianeta che gli augura senz'altro il successo che meritano (e sebbene se ne sia accorto solo Renzi, è ancora in corso anche l'Expo negli Emirati Arabi, giusto per sancire questo trend del Grande Evento distopico). L'Italia ha già vinto tutto quello che c'era da vincere nel 2021 - è stato l'unico motivo per cui molti non si sono buttati sotto un tram l'anno scorso – ma che vuol dire: in fondo ce lo ha insegnato il nostro caro presidente Caimano, che da qui rispettosamente salutiamo, che l'Italia è il paese dove proprio tutti i sogni possono diventare realtà.

© Riproduzione riservata