La misura sulle finestre mobili pensionistiche garantiva la copertura per Transizione 5.0 e Zes. Con lo stop all’intervento, il ministro dell’Economia Giorgetti deve trovare almeno 2 miliardi per dare seguito agli incentivi alle imprese
Tutto congelato sulle pensioni: non ci sarà alcun cambiamento sulle “finestre mobili”, né tantomeno sul riscatto della laurea. E così circa 2 miliardi di euro per le imprese restano in sospeso per qualche settimana. La soluzione è stata individuata con un rinvio per arrivare all’approvazione della manovra, in commissione bilancio al Senato, entro questa sera.
Faida e stop
Gli interventi in materia previdenziale erano stati inseriti nell’emendamento, annunciato lunedì scorso dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, per finanziare Transizione 5.0, il sistema di incentivi alle aziende, e la Zes unica. Sembrava una svolta, ma è stata una trappola per la maggioranza, che ha fortemente vacillato la notte scorsa. La faida interna alla Lega ha rischiato di far cadere il governo sulla legge di Bilancio. Un punto di non ritorno.
Dopo il caos politico delle ultime ore, il compromesso è stato lo stop e un ragionamento a bocce ferme. Entro la fine dell’anno, probabilmente nel Consiglio dei ministri del 29 dicembre, deve essere approvato un decreto con gli stanziamenti per le imprese. Fratelli d’Italia ha fatto sapere agli alleati che sul punto non intende transigere: la vicenda sulle pensioni, tutta interna alla Lega, non può incidere sul supporto alle realtà produttive.
Si torna, dunque, al punto di partenza. Giorgetti aveva infatti spiegato che l’intervento di 3,5 miliardi di euro a favore delle imprese era stato inserito in manovra per ampliare la portata del provvedimento e fornire garanzie immediate a Confindustria, che infatti aveva accolto positivamente l’emendamento.
A fare da mediatore è stato soprattutto il ministro per i Rapporti con il parlamento, Luca Ciriani, con una serie di conversazioni che placato i bollenti spiriti.
La polemica politica, però, è andata avanti con l’offensiva delle opposizioni. «Un grande pasticcio che ha anche un risvolto politico: di fatto un attacco diretto del ministro dell'Economia al segretario del suo partito», ha osservato il capogruppo del Pd al Senato, Francesco Boccia.
Scuole paritarie in manovra
Tra le varie novità durante le votazioni a palazzo Madama, è spuntato il bonus scuole paritarie: una somma, fino a 1.500 euro, da destinare alle famiglie che mandano i propri figli alle paritarie. A beneficiare della misura i nuclei con un reddito inferiore a 30mila euro.
Il meccanismo per l’erogazione dei fondi sarà definito da un decreto del ministero dell’Istruzione di Giuseppe Valditara d’intesa con il Mef.
© Riproduzione riservata


