Dopo la partecipazione di Petrecca a un evento di venerdì alla kermesse di Fratelli d’Italia, cdr e il sindicato Usigrai sollevano la questione d’opportunità. Ambiguità simili si erano già riscontrate nel caso dell’attuale ministro della Cultura Sangiuliano, che da direttore del Tg2 frequentava abitualmente feste di partito della destra
Il comitato di redazione di Rainews24 e l’esecutivo Usigrai denunciano la partecipazione del direttore Paolo Petrecca alla kermesse di Fratelli d’Italia Atreju, in corso in questi giorni a piazza del Popolo.
Un caso non dissimile da quello di Gennaro Sangiuliano, che da direttore del Tg2 frequentava abitualmente le feste dei partiti di destra in qualità di ospite ed è diventato ministro della Cultura nel governo Meloni.
In una nota congiunta, scrivono che il giornalista era «sul palco di Fratelli d'Italia non come ospite ma come uomo di parte. Senza neanche il pudore di provare a celarlo. Fino alla immedesimazione totale con i “noi” e “loro” riferito all'agone politico. In palese contrasto con il dovere di indipendenza cui è chiamato un direttore del Servizio Pubblico. E invece proclama desideri di “rivoluzione culturale”».
La vicenda
Petrecca ha partecipato al panel “Istruzione, famiglia e sport: crescere il futuro dell’Italia” insieme a una lunga lista di ministri, tra cui la titolare della Famiglia Eugenia Roccella e il collega dell’Istruzione Giuseppe Valditara. Il direttore di Rainews non ha però svolto il ruolo di moderatore, come è stato per altri giornalisti a cui Fratelli d’Italia ha affidato la conduzione dei singoli eventi, ma è stato invitato come ospite.
I giornalisti di Rainews24 si sono sentiti chiamati direttamente in causa dall’auspicio di rivoluzione culturale del direttore: «Lo informiamo che non c'è nulla da “stravolgere” perché RaiNews24 non “nasce con una prerogativa moderatamente di sinistra” ma "radicalmente di Servizio Pubblico” e dalla parte della Costituzione. Dove evidentemente il direttore attuale ha difficoltà a stare visto che reclama una “rivoluzione culturale” anche per la scuola dove si viene educati all'”antifascismo” e alla storia dei partigiani».
Cdr e Usigrai in chiusura si rivolgono ai vertici aziendali, che hanno appena affidato la direzione del Tg2 – lasciata vacante proprio da Sangiuliano, traslocato al ministero della Cultura – a Nicola Rao, già vicedirettore del Tg1 in quota Fratelli d’Italia. «Infine, una domanda: se gli ucraini sono - testuale - i “profughi veri”, quali sono quelli “falsi”? Domandiamo alla presidente, all'ad e al Cda della Rai, custodi dei valori dello Statuto e del Contratto di servizio, se trovano tutto questo accettabile da parte di un direttore del servizio pubblico».
I precedenti
La vicenda ricorda l’abitudine di Sangiuliano di frequentare le manifestazioni della Lega, com’è successo anche la scorsa estate, quando era stato chiamato a Cervia per moderare l’intervento del segretario Matteo Salvini.
Proprio negli stessi giorni l’allora direttore del Tg2 aveva incassato la difesa dell’allora senatore, oggi presidente del Senato Ignazio La Russa, che lo aveva menzionato come una delle personalità compatibili con il governo e con l’Italia che vogliamo». Ad aprile, Sangiuliano aveva anche introdotto il panel “Il ruolo dei conservatori italiani” alla conferenza programmatica di Fratelli d’Italia, alla quale tra l’altro avevano partecipato anche lo stesso Petrecca, Paolo Corsini, vicedirettore di Rai2 e Giampaolo Rossi, ex membro del cda del servizio pubblico e “uomo Rai” di Meloni.
Di fronte alle critiche che la partecipazione alla festa e l’endorsement da destra avevano suscitato, Sangiuliano era stato difeso La Russa, che aveva derubricato le osservazioni a «becere strumentalizzazioni e attacchi a uno stimato professionista».
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