A meno di dieci giorni dal primo turno di votazioni per l’elezione del prossimo presidente della Repubblica, si profilano diversi retroscena sulle varie candidature ed emergono i giochi politici dei vari partiti.

C’è chi si muove tra i corridoi dei palazzi delle istituzioni e chi da casa propria, come Denis Verdini l’ex senatore attualmente ai domiciliari. Diverse le condanne accumulate dall’ex forzista tendenza renziana: lo scorso giugno, infatti, Verdini è stato condannato in appello a tre anni e e dieci mesi per bancarotta fraudolenta, mentre qualche mese più tardi è arrivata la condanna a un anno per turbativa d’asta nell’ambito del caso Consip.
Secondo quanto riporta il Tirreno in un articolo di Mario Neri, Denis Verdini avrebbe scritto una lettera indirizzata all’ex senatore Marcello Dell’Utri e al presidente di Mediaset Fedele Confalonieri in cui disegna la sua strategia per far eleggere Silvio Berlusconi, orma candidato ufficiale del centrodestra, al Quirinale.

Il contenuto della lettera

LaPresse

L’obiettivo di Verdini è chiaro: puntare su Berlusconi fino al quarto turno, ma poi abbandonarlo anche per salvare la faccia del centrodestra e di Matteo Salvini, compagno di sua figlia Francesca. «Fra dodici giorni a ciò che si comunica si dovrà seguire ciò che si fa – è il diktat di Verdini – altrimenti sarà un disastro».

È d’accordo sulla candidatura del Cavaliere, d’altronde «nessuno nel centrodestra può negargli questa opportunità» dice. Agli alleati, «gli si può chiedere dunque lealtà ma non fedeltà assoluta. Un’eventuale sconfitta sul Quirinale pregiudicherebbe la sua carriera politica».

Uno degli elementi chiave è che Berlusconi non dovrà sedersi al tavolo con l’opposizione. Niente trattative con Enrico Letta e M5s o su altri candidati come Giuliano Amato e il premier Mario Draghi. «Perché se Salvini o Meloni capissero che il Nostro ha seconde carte o piani B, sarebbe l’intero centrodestra a saltare per aria», scrive a Dell’Utri e Confalonieri. Questo scenario lascerebbe il campo alla sinistra che, secondo Verdini, eleggerebbe un altro presidente a suo favore camuffato da una figura super partes.

Perciò, oltre a non fare trattative con Pd e Cinque stelle, Berlusconi non dovrà esprimere giudizi negativi sui nomi di altri candidati di centrodestra che usciranno nei prossimi giorni e nel caso ottenesse altri voti per merito suo, grazie ai suoi rapporti personali, non dovrà comunicarli per «evitare sputtanamenti». Ma i voti dovranno essere riconoscibili, in modo tale da poter trovare eventuali franchi tiratori. Quindi ogni gruppo parlamentare e partito dovrà votare con un nome ben preciso.
I leghisti sulla scheda dovranno scrivere «on. Silvio Berlusconi», il partito di Giorgia Meloni, invece, semplicemente «Silvio Berlusconi». E così via, con diciture diverse per il gruppo che si raduna attorno a Maurizio Lupi, Forza Italia e tutti gli altri alleati.

Il ruolo di Salvini

E se le votazioni non dovessero andare come auspicato e sperato, il Cavaliere dovrà farsi da parte «con dignità» al quarto turno e lasciare la scena a Salvini che farà da «king maker», individuando un candidato attorno al quale far confluire i voti. Una mossa finale per salvare sia la faccia del leader di Forza Italia sia quella di Salvini e Meloni.

© Riproduzione riservata