I Verdi tornano in parlamento per l’elezione del presidente della Repubblica. «Ecologista, progressista, femminista» scandisce Eleonora Evi, ex europarlamentare del Movimento Cinque stelle, descrivendo Europa verde il partito di cui adesso fa parte. L’evoluzione della storica Federazione dei verdi sarà presente alla Camera: tre deputati hanno deciso di adottare il simbolo del partito fondato da Angelo Bonelli, così diranno la loro sul prossimo presidente della Repubblica. «Vorremmo Liliana Segre, ma sappiamo che è molto difficile», prosegue Evi.

I parlamentari stanno comunicando in queste ore la decisione di aderire al nuovo simbolo ai colleghi, ma la partita dei Verdi per il Colle, pur con numeri così ridotti, era già cominciata nei giorni scorsi.

Il 10 gennaio, i Verdi hanno siglato un patto di collaborazione con Sinistra Italiana, il partito guidato da Nicola Fratoianni. Undici giorni dopo, Bonelli ha avuto un lungo colloquio con il segretario del Pd Enrico Letta. Durante l’incontro hanno confrontato le reciproche posizioni sul Quirinale e condiviso la necessità di giungere a un nome super partes. Hanno poi discusso degli argomenti che più interessano gli ambientalisti, la tassonomia Ue e le questioni energetiche nazionali ed europee. Per adesso nessun escluso tra i candidati al Quirinale, tranne il nome di Silvio Berlusconi: «Mario Draghi però – ricorda Evi – non ci è mai piaciuto».

L’assemblea ecologista

Lorenzo Fioramonti, Rossella Muroni and Alessandro Fusacchia di Facciamo Eco (LaPresse)

Il fronte ambientalista in parlamento si allarga. Dopo aver attraversato in passato un periodo burrascoso proprio per Draghi, si prepara la pace.

La scorsa estate Europa verde aveva deciso di togliere il simbolo dei verdi a Facciamo Eco. La componente guidata da Rossella Muroni e Lorenzo Fioramonti - la prima ex Leu con un passato da presidente di Legambiente, il secondo ex ministro dell’Istruzione pentastellato del governo Conte II – in un primo momento aveva appoggiato Draghi. Da ormai qualche tempo è diventato un nemico comune.

Il 5 febbraio, quando la partita del Quirinale potrebbe essere già chiusa, è in previsione a Firenze una conferenza promossa da Facciamo Eco, a cui Europa verde è stata invitata. Dalla assemblea, racconta Evi, «non so bene cosa aspettarmi ma certamente rafforzare il fronte ecologista».

Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, è il secondo nemico comune. Nelle settimane scorse, i Verdi hanno chiesto le sue dimissioni e hanno criticato tutte le mosse del ministro, dall’apertura sul nucleare, alla sintonia con la compagnia Eni, fino alla scelta di abbassare il prezzo delle bollette con i fondi per la sostenibilità.

Per ora non si parla di una fusione: «Quello che posso dire è che esiste Europa verde, un partito nuovo dalle radici storiche dei Verdi, io ne rappresento una novità. Siamo in crescita, sia i sondaggi che le nuove adesioni e iscrizioni soprattutto tra i giovani».

Tre donne

Elly Schlein e Enrico Letta (Foto Guido Calamosca/LaPresse)

Intanto prosegue il dialogo con il Pd. Nonostante i dem facciano parte del governo delle larghe intese, il fronte ecologista continua a guardare a sinistra: «Oltre all’ambientalismo, uno dei temi per noi più importanti è quello relativo alla rivoluzione dei consumi e la lotta alle disuguaglianze», racconta Evi.

Tra gli interlocutori del mondo verde anche Elly Schlein, la vice presidente dell’Emilia Romagna. Lei non fa parte del Pd, ma sta seguendo le agorà del segretario dem Enrico Letta oltre a essere vice del presidente Pd della Regione, Stefano Bonaccini. 

Anche Schlein parteciperà da ospite alla conferenza organizzata da Facciamo Eco, prendendo parte a una tavola rotonda con Evi e Muroni. «È una collega europarlamentare e quindi ci conosciamo dallo scorso mandato» spiega Evi, mentre «con Rossella c’è stata un’ottima collaborazione per fare un fronte di contestazione sulla politica agricola comune».

Tre donne alla guida del nuovo fronte verde: una in Europa, una nel parlamento italiano e l’altra sul territorio al governo di una regione, «il centrodestra ha Giorgia Meloni, non è possibile che non ci siano donne negli altri campi politici». Che sia unico o no, conclude l’europarlamentare, «la forza politica già c’è».

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