Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza e per queste ragioni ne chiediamo le dimissioni. Anche perché crediamo che, con la sua gestione, Cingolani meriti piuttosto il nome di “ministro alla Finzione ecologica”.

È un ministro che fa la guerra all’auto elettrica, che ha dato il via libera a un finanziamento di mezzo miliardo di euro per andare a trivellare il Polo Nord: una vergogna inaudita. Parliamo di un ministro che, nel Piano nazionale di ripresa e resilienza ha dimenticato di far finanziare il trasporto pubblico quando le nostre città affogano letteralmente nello smog, causa di oltre 50mila decessi certificati dall’Agenzia europea dell’ambiente.

È un ministro che, in maniera incredibile, voltando le spalle alla democrazia, senza un mandato del Parlamento, si è espresso in favore dell’inserimento del nucleare nella tassonomia verde Ue. Tutte queste ragioni, come molte altre riportate nel nostro dossier, ci portano ad affermare che Cingolani non può essere il Ministro alla Transizione ecologica. E anzi, ci preoccupa il silenzio delle forze politiche presenti in Parlamento, che non hanno il coraggio e la forza di portare avanti una grande battaglia che difenda la transizione ecologica da questa forma di vero e proprio sabotaggio che Cingolani sta portando avanti.

L’imbarazzante attacco agli ambientalisti

Lui passa il suo tempo a rilasciare interviste per chiedere agli altri di fare qualcosa (imbarazzante l’attacco a Greta che è stata definita qualunquista) e addirittura definendo eversivo chi critica i governi che nulla hanno fatto per la Conferenza di Glasgow. Il paradosso nel governo italiano è proprio lui: un ministro alla Transizione ecologica che non ha capito fino in fondo il suo ruolo; anzi, non ha risparmiato critiche a chi dovrebbe ringraziare più di tutti per il nome del suo ministero: perché senza loro – le attiviste e gli attivisti climatici che sono scesi in piazza in questi anni – probabilmente quel ministero sarebbe rimasto arroccato nel suo antico nome, senza proiettarsi nel futuro possibile. Qualcuno forse gli dovrebbe comunicare che è il ministro e pertanto dovrebbe lavorare per la transizione ecologica, anziché limitarsi a teorizzarla.

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Cingolani ha completamente dimenticato il ruolo della natura, continuando a lanciare attacchi alla biodiversità. Per esempio la sua apertura a possibili abbattimenti di lupi è inammissibile e ingiustificabile: l’ennesima boutade che ci ha lasciati senza parole, confermando ancora una volta la totale mancanza di visione di un Ministro che si trova a svolgere un ruolo fondamentale in un momento storico delicatissimo, non avendone le competenze. Il lupo è una specie che solo grazie all'applicazione di rigide norme di tutela si è salvata, ad oggi, dal concreto rischio di estinzione, ma che rimane tuttora a rischio.

L’inarrestabile Cingolani in Europa, non soltanto dice di voler aprire al nucleare nella tassonomia verde Ue, ma, sottobanco, sembra che trami con la Francia per far sì che anche il gas possa essere etichettato come investimento verde, come evidentemente richiesto da Confindustria Energia.

La Banca Europea degli Investimenti ha deciso di non finanziare più i progetti legati al gas e i Green Bond della Commissione Europea per ripagare il Recovery Plan non prevedono investimenti nel gas.  Di fronte a tutto questo non si capisce perché l’Italia debba andare in Europa a chiedere che, nella tassonomia, il gas venga considerato un investimento sostenibile. Si tratta di un forte elemento di incoerenza con gli impegni che l’Italia ha preso a livello europeo e internazionale.

Ecco perché noi di Europa Verde chiediamo che Cingolani dica apertamente e una volta per tutte qual è la posizione dell’Italia su gas e nucleare. I cittadini hanno il diritto di avere una risposta chiara ed univoca, tanto più che circa un mese fa è stata diffusa una bozza dell’atto sulla tassonomia contenente dei limiti estremamente alti di grammi di CO2 per megavattora per gli impianti a gas, in base ai quali, come denuncia Wwf, la metà degli impianti a gas europei potrebbe essere considerata sostenibile, il che è evidentemente una follia. E noi vogliamo e dobbiamo sapere se Cingolani sostiene questa follia. Lo chiediamo ancora una volta, in questa sede: Cingolani deve esprimere con chiarezza la posizione dell’Italia su queste questioni di primaria importanza, non c’è spazio per i balbettii e le omissioni.

Esistono poi alcune situazioni perlomeno imbarazzanti: non è superfluo ricordare che Cingolani ha rivestito il ruolo di componente nel consiglio d’amministrazione della Ferrari da cui si e dimesso non risolvendo però un conflitto che si sta evidenziando nelle scelte sulla transizione ecologica, come ad esempio la guerra che il ministro sta facendo all’auto elettrica e contro la decisione della Ue di dichiarare vietate al 2035 le auto a motore termico.

Allo stesso modo è inaccettabile la campagna catastrofista che Cingolani sta facendo contro la transizione ecologica, da lui definita un bagno di sangue che potrebbe provocare milioni di disoccupati. Il ministro omette di dire che per aiutare le imprese nella conversione ecologica l’Europa ha messo a disposizione numerosi fondi – come il Just Transition Fund, il Fondo Sociale Europeo e il Fondo per il clima – per questo importante e inevitabile processo di transizione ecologica. Vogliamo ricordare al ministro che la crisi climatica produce drammatici costi economici umani e sanitari che lui spesso dimentica.

Il ministro Cingolani sta dimostrando di essere completamente inadeguato: anziché farci procedere spediti verso la neutralità climatica e verso un’economia a emissioni zero, sta rallentando ogni percorso di conversione ecologica.

Per sbloccare la situazione, nelle prossime ore, lanceremo una petizione su change.org, insieme a figure autorevoli del nostro paese, intellettuali e numerosi scienziati, per chiederne le dimissioni. Una posizione condivisa e sentita da tutte e tutti coloro che hanno a cuore un futuro sostenibile e possibile per il nostro Paese e una speranza per la salvaguardia del Pianeta Terra dal surriscaldamento dovuto all’aumento della CO2.

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