«Tutto è andato come doveva andare», è la considerazione che viene ripetuta dentro Fratelli d’Italia. Eppure, nei giorni scorsi i toni erano rimasti cauti e la vittoria con riconferma del presidente Francesco Acquaroli nelle Marche fa tirare un sospiro di sollievo al centrodestra. L’esito finale è netto: vittoria con oltre il 52 per cento dei consensi, in percentuale qualche punto in più rispetto al 2020 anche se con minori voti dal punto di vista assoluto, anche a causa del crollo dell’affluenza di dieci punti percentuali (si è fermata al 50 per cento). La contrazione dei votanti, però, sembra aver penalizzato soprattutto lo sfidante Matteo Ricci, perché ha riguardato leggermente di più le province di Ancona e Pesaro Urbino dove lui era più forte.

Il primato di primo partito in regione invece è andato a Fratelli d’Italia con circa il 28 per cento. Questo fotografa il maggiore cambiamento interno rispetto a cinque anni fa, quando il primo partito era la Lega con il 22 per cento e FdI sfiorava il 19. Un risultato perfetto per un candidato come Acquaroli, amico di lunga data di Giorgia Meloni e a lei vicinissimo. «Gli elettori hanno premiato una persona che in questi anni ha lavorato senza sosta per la sua regione e i suoi cittadini. Sono certa che continuerà nel suo impegno con la stessa passione e determinazione», ha scritto su X la premier. Una vicinanza al governo che anche Acquaroli ha sottolineato, commentando la sua vittoria con un ringraziamento a «tutta la coalizione» ma soprattutto a «tutta la classe del governo che in questi anni ha dato giusto ascolto alla nostra regione, ha saputo essere a fianco dei nostri territori».

«Premiato il buongoverno del centrodestra», ha commentato il capogruppo di FdI alla Camera, Galeazzo Bignami, ad Ancona accanto al vincitore insieme ad Arianna Meloni, che ha parlato di «una classe dirigente di FdI con una lunga storia di amministrazione e militanza». L’unico ad alzare i toni è stato Matteo Salvini: «Agli insulti e alle polemiche della sinistra, i marchigiani hanno dato una risposta chiara».

I riflessi

Il risultato ha confermato la situazione esistente, con un centrodestra più forte dei guai locali – in particolare i disagi soprattutto nel sistema sanitario regionale – e percentuali che ricalcano quelle nazionali: FdI ben al di sopra del 25 per cento e Lega e Forza Italia a contendersi il secondo posto nella coalizione, decisamente staccati, tra il 7 e l’8 per cento, con gli azzurri un punto avanti sui leghisti.

Il favorevole sbloccarsi della situazione nelle Marche avrà inevitabili effetti sulla coalizione di governo. La vittoria fa ben sperare in vista del secondo appuntamento elettorale, la settimana prossima in Calabria, con l’azzurro Roberto Occhiuto. Dovesse vincere anche lì il centrodestra fare segnare un due a zero che la metterebbe al riparo da future sconfitte. «Ci vediamo tra una settimana in Calabria per festeggiare un’altra grande vittoria sulla sinistra», ha scritto Occhiuto nel congratularsi col collega marchigiano. Non solo, ora la coalizione potrà finalmente sbloccare i nomi dei candidati presidenti in Campania, Puglia e, soprattutto, Veneto (in tutte e tre le regioni si vota il 23 e 24 novembre).

Nell’unica grande regione del Nord al voto, dovrebbe ormai essere certo che il candidato sarà nuovamente un leghista e il più probabile è il segretario regionale, e vicesegretario nazionale del partito, Alberto Stefani. Una «concessione» – come è stato detto dagli esponenti locali di FdI, su tutti il coordinatore Luca De Carlo – che i meloniani possono decidere di fare alla Lega solo dopo aver mantenuto la guida delle Marche.

La presenza

Le Marche sono anche la prima vera occasione pubblica in cui Arianna Meloni si è presentata a festeggiare la vittoria nella veste di capo della segreteria politica di Fratelli d’Italia. La sorella della premier ha partecipato attivamente alla campagna elettorale in regione a favore di Acquaroli, ma non solo. In questi giorni è stata in Toscana e nei prossimi andrà in Calabria, segno che la sua presenza sta diventando sempre più visibile dentro FdI. Un tandem, quello tra le sorelle Meloni, che vedrebbe la premier più concentrata sul governo e sulle questioni internazionali e Arianna con il polso dei territori.

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