«Penso che l'idea di Goffredo Bettini di chiamare all'impegno "le migliori energie del Paese" sia una proposta saggia. Molti sottovalutano la vastità del problema economico alla fine della pandemia: debito pubblico al 160% del Pil, spesa bloccata per decenni, disoccupazione. Il tutto in un quadro internazionale frastagliato dove dalla Libia ai Balcani, dalla Cina agli Stati Uniti, molto è in divenire. Davanti a questo scenario se Forza Italia offre la disponibilità a superare il populismo fanno bene i dirigenti del Pd a dire andiamo a vedere le carte. Oggettivamente questa disponibilità può produrre una novità politica». Così Matteo Renzi, leader di Iv, intervistato dal Corriere della Sera

È sicuro che ciò accadrà? «No», risponde Renzi, «In Forza Italia convivono due anime: c'è il gruppo che possiamo chiamare il fronte del Nazareno, che vuole accordi bipartisan e si colloca nello scenario del Ppe guidato dalla Merkel, e c'è il gruppo che definiamo il fronte di Pontida che vuole l'alleanza solo con la Lega. Vedremo chi prevarrà.

Secondo me nell'anno delle Amministrative, Berlusconi – per come lo conosco – non mollerà Salvini e Meloni. Se lo facesse, tuttavia, sarebbe una svolta di grande valore. Un'apertura c'è stata. E dunque condivido con Zingaretti: noi rendiamoci disponibili in modo serio. Se sono rose fioriranno».

E Forza Italia entra in maggioranza? «Abbiamo creato una coalizione che ha messo in un angolo i populisti di questo Paese» risponde Renzi «E questa maggioranza vuole eleggere un presidente della Repubblica che metta il Quirinale in salvo fino al 2029 tenendo la barra dritta sull'alleanza atlantica e sull'Unione europea. Per Berlusconi questa è l'occasione per dimostrare che Forza Italia è alleata della Merkel e non della Le Pen. Concretamente questo può portare anche ad allargare la maggioranza, ma dipende da chi vincerà la sfida interna tra il fronte del Nazareno e quello di Pontida».

«Sui numeri al Senato non vedo preoccupazione», prosegue Renzi, «Finché c'è Italia viva, questo governo non ha un problema di numeri. C'è però da fare un salto di qualità, nella gestione sanitaria, sul Recovery plan, nello sblocco dei cantieri. Molto dipenderà dalle conclusioni del tavolo politico, appena insediato. Questa legislatura arriverà comunque al 2023: io vorrei che ci arrivasse con una maggioranza politica che tiene fuori i sovranisti di destra. E del resto la vittoria di Biden riapre una speranza per tutte le famiglie democratiche e progressiste».

Su Bettini che nella lettera al Corriere della Sera parla di rimpasto Renzi dice: «Questo è un punto aperto anche in caso di mancato ingresso di Forza Italia. Noi stiamo scrivendo il nuovo contratto di governo. Ora è il momento di concentrarsi sui contenuti. Poi - se troveremo gli opportuni accordi - arriverà il momento di guardarci negli occhi e di dirci se va tutto bene come sta andando o possiamo irrobustire taluni ministeri».

Dicono che Conte tema che così lo si voglia far fuori. Se la sente di rassicurarlo? «Sì, nella maggioranza in tanti chiedono qualche modifica alla squadra di governo per fare un salto di qualità, ma nessuno propone un nuovo premier. Detto questo, per me il tema non sono i ministri da cambiare ma dove portiamo il Paese nei prossimi ventiquattro mesi, come facciamo funzionare ciò che non funziona, come definiamo regole condivise costituzionali e non, come creiamo posti di lavoro. Vedo la crisi mordere e ancora di più vedo le opportunità del dopoguerra: perché quando il vaccino arriverà nel mondo scatterà un'euforia da dopoguerra. Dove sarà l'Italia, allora? A me interessa questo, non il totonomi».

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